A dispetto di ogni previsione il Veneto è ancora considerato zona gialla, ma il presidente Luca Zaia non abbassa la guardia.
“Uno stimolo a lavorare ancora di più”. Così ha definito la decisione del Governo di lasciare il Veneto tra le zone gialle il presidente della Regione, Luca Zaia. A seguito della cabina di regia per l’emergenza Covid di ieri – lunedì 9 novembre – alcuni territori sono passati a un maggiore livello di rischio. Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria sono passati dalla zona gialla a quella arancione, ma non il Veneto. Nonostante i numeri siano allarmanti, dal momento che solamente tra il 26 ottobre e l’1 novembre scorsi sono stati registrati 15.569 nuovi casi positivi al coronavirus.
Alla notizia ha subito reagito Zaia, che con un post su Facebook ha espresso il suo proposito di non abbassare la guardia. “Il Governo ha deciso: il Veneto resta zona gialla. Dobbiamo continuare a lavorare pancia a terra perché restare in fascia gialla non è un gioco a premi e tantomeno giustifica comportamenti incompatibili con la tragedia del Covid. Mantenere la fascia gialla è per il Veneto uno stimolo a lavorare ancora di più. Grande merito e grande forza per questo risultato vanno al nostro sistema sanitario, e a tutti i suoi operatori. Ai cittadini va l’appello affinché i comportamenti di pochi irriducibili non mettano a repentaglio la libertà e la salute di tutti. Deve tornare forte lo spirito dello scorso marzo, quando tutti abbiamo lavorato per lo stesso obiettivo!”, ha scritto il governatore.
La preoccupazione del presidente della Regione è che rimanere in zona gialla faccia credere ai cittadini di essere fuori pericolo. E quindi gli faccia adottare comportamenti pericolosi per la diffusione del contagio da coronavirus. Invece, ricorda in una conferenza stampa in diretta su Facebook, “la crescita c’è sia sul fronte terapie intensive, che sui ricoveri in generale. Ci sono state 21 vittime nelle ultime 24 ore. Le nostre mille terapie intensive ci sono, il vero tema è il personale. Noi siamo pronti con misure e attrezzature. Installeremo tende riscaldate fuori dagli ospedali. Ma siamo fortemente preoccupati”.
Zaia ha dunque lanciato un monito: “Noi possiamo gestirla nel sistema sanitario, se però fuori il cittadino ci dà una mano. Sono imbarazzanti le foto di piazze strapiene. Si vive come non ci fosse un domani. La maggioranza dei veneti è gente per bene, ma per colpa di pochi ci rimettiamo tutti. Sulla situazione ospedaliera il giallo va bene quindi, ma la situazione fuori è più da arancione”.
È stato ancora più categorico nel post con cui ha pubblicato la diretta: “Per colpa degli assembramenti di questo fine settimana – ha scritto su Facebook il governatore – RISCHIAMO DI RIMETTERCI TUTTI! Possibile che nessuno si ponga il problema degli ospedali pieni? Dite che oltre 2.500 morti sono una invenzione? Vi pare normale che i nostri operatori sanitari rischino la vita, mentre le piazze son piene di gente che si fa lo spritz? Finiamola di sentirci individui, OGGI SIAMO COMUNITA’, una comunità che SI ASSUME LA RESPONSABILITA’ di ciò che accadrà nei prossimi giorni”.
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