Inchiesta Open: Carrai è di nuovo nei guai

L’imprenditore risulta iscritto sul registro degli indagati per finanziamento illecito ai partiti insieme a Matteo Renzi.

Inchiesta Open, il sequestro: Carrai è di nuovo nei guai – meteoweek

Nei giorni scorsi è successo di nuovo: c’è stato un sequestro di supporti informatici a carico dell’imprenditore Marco Carrai. Il provvedimento, richiesto dalla procura di Firenze, sarebbe avvenuto nell’ambito di un nuovo filone di indagine all’interno dell’inchiesta sulla fondazione Open nella quale l’imprenditore risulta iscritto sul registro degli indagati per finanziamento illecito ai partiti insieme, tra gli altri, a Matteo Renzi. Sia l’ex premier, che i suoi fidati ex ministri, tra cui la bellissima Boschi, sono indagati a piede libero. Nell’avviso di garanzia notificato il 2 novembre è contestato il finanziamento illecito continuato “perché in concorso tra loro, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso ” Bianchi, Carrai, Lotti e Boschi in quanto membri del consiglio direttivo della Fondazione Open “riferibile a Renzi Matteo (e da lui diretta), articolazione politico – organizzativa del Partito democratico (corrente renziana), ricevevano in violazione della normativa citata i seguenti contributi di denaro che i finanziatori consegnavano alla Fondazione Open”: circa 670.000 euro nel 2012, 700.000 nel 2013, 1,1 milioni nel 2014, 450.000 nel 2015, 2,1 milioni nel 2016, 1 milione nel 2017 e 1,1 milioni nel 2018. Cifre importanti per quanto illecite. La stessa accusa è stata rivolta a Carrai in questo nuovo filone d’inchiesta.

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Indagine Open: a che punto siamo? – meteoweek

Indagine Open: la posizione di Matteo Renzi

Dopo la notizia, Matteo Renzi, in apertura della terza assemblea nazionale di Italia Viva, ha parlato alla gente spiegando che i 7,2 milioni versati a Open sono soldi tracciati attraverso bonifici e in tutta «trasparenza». Ha parlato degli inviti a comparire come di un «assurdo giuridico», e ha attaccato i magistrati «a cui la ribalta mediatica piace più del giudizio di merito»: «Seguono la viralità dei social più che le sentenze della Cassazione». Da loro, ha aggiunto, dopo la sentenza della Cassazione («e spero che le motivazioni della Cassazione» le abbiano lette «o che almeno» le abbiano «capite»), si sarebbe aspettato «una lettera di scuse: invece è arrivato un avviso di garanzia che riguarda tutto il consiglio di amministrazione di Open e riguarda anche il sottoscritto».

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Renzi si è rammaricato del fatto che a subire i danni dell’inchiesta è soprattutto il suo partito: «I sondaggi hanno smesso di crescere, i soldi hanno smesso di arrivare» e il danno «alla nostra attrattiva è stato enorme». Tra le carte depositate, comunque, tutta la documentazione relativa alla contabilità di Open che è stata sequestrata nel corso delle indagini all’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della fondazione, anche lui indagato nell’inchiesta per i reati di finanziamento illecito ai partiti e traffico di influenze. Ora la giustizia dovrà fare il suo corso stabilendo e quantificando le colpe di tutta la vicenda.

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