“La soluzione al Coronavirus sono gli anticorpi monoclonali”, dice Filippo Anelli

Ospite ad Omnibus, su La 7, Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei Medici, ha commentato un’intervista del virologo Palù sull’efficacia degli anticorpi monoclonali.

“La cura c’è già. In 48 ore gli anticorpi fanno morire i malati”. Lo ha detto il virologo Giorgio Palù, ex Presidente dei virologi europei, in una recente intervista, ricordando che proprio con gli anticorpi monoclonali è stato curato in 3 giorni Donald Trump, ormai ex Presidente degli Stati Uniti. “Il problema, tuttavia, è che non vengono prodotti in grandi quantità – prosegue Palù – ma hanno dimostrato che questo virus da l’immunità”. 

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Parole commentate così da Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei Medici, ad Omnibus, su La 7, questa mattina: “Credo che sui monoclonali ci sia un’attenzione elevatissima dal mondo scientifico. Possono essere davvero la soluzione a breve termine per combattere il Covid“. Gli anticorpi, ha spiegato il medico, consentirebbero di essere utilizzati sia in fase preventiva che di terapia vera e propria; è insomma un processo che può essere sostenuto, una speranza che si accende. Ma allora perché in Italia non li usiamo? Perché l’Aifa non ne ha ancora autorizzato l’utilizzo, spiega Anelli; tuttavia, questi anticorpi, nella sperimentazione danno risultati brillanti. Quindi ben vengano, sostiene l’esperto; e ben venga una soluzione che arrivi prima del vaccino.

Via libera al trattamento

Tuttavia, è di pochissime ore fa la notizia che la statunitense “Food and Drug Administration”  avrebbe dato via libera all’uso del trattamento anti Covid a base di anticorpi prodotto da Eli Lilly, azienda farmaceutica globale con sede a Indianapolis. Il trattamento sarà però non per tutti, ma destinato alla cura di infezioni di limitata entità in adulti e bambini. Il trattamento dovrà essere somministrato nelle strutture ospedaliere o in altre sanitarie autorizzate; ma è il primo a base di anticorpi monoclonali che riceve l’approvazione, sulla base di uno studio pubblicato nel New England Journal of Medicine a ottobre. La cura sembra ridurre il rischio di ospedalizzazione e alleviare alcuni sintomi in un piccolo numero di pazienti con casi da lievi a moderati di Coronavirus.

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