L’episodio è avvenuto nel reparto di Medicina dell’ospedale Civico di Palermo. I parenti di una donna, morta dopo essere stata ricoverata per positività al Covid, hanno provato a usare una panchina come ariete. La denuncia dei medici all’interno del reparto.
Una notte di ordinaria follia, causata dall’esasperazione di una famiglia colpita da un nuovo caso di Covid. Questa volta, com’è successo migliaia di altre volte, il virus ha ucciso una donna di 70 anni, ricoverata nel reparto di Medicina 2 dell’ospedale Civico di Palermo. Questo reparto è ormai destinato solo ai pazienti risultati positivi e costretti a ricorrere al ricovero. Ma la notizia del decesso della donna ha mandato in escandescenza i parenti, i quali non ci hanno visto più dalla rabbia. E le conseguenze si sono purtroppo viste nel reparto.
È scattato un vero e proprio raptus da parte dei parenti dell’ennesima vittima di questo virus invisibile e letale. La donna era arrivata in ospedale con un quadro clinico che era già preoccupante. Dopodichè è risultata anche la positività al Covid-19 che ha peggiorato la situazione. Il decesso è stato dichiarato nella notte tra venerdì e sabato, e la notizia come detto ha mandato su tutte le furie la famiglia. I parenti, distrutti sul piano emotivo dalla morte della loro cara, si sono scagliati sugli incolpevoli medici, che lavorano notte e giorno appresso ai loro pazienti.
Il personale è stato letteralmente assediato dalla famiglia della 70enne morta, la quale non ci ha visto più dalla rabbia. Da qui si è addirittura giunti al ricorso di una panchina presente nel corridoio del reparto, usata come ariete per sfondare la porta. È stato necessario l’intervento della polizia, chiamata però in una seconda occasione dopo che nel primo caso era stata riportata la calma in reparto. I parenti della vittima, infatti, erano tornati a suonare insistentemente al citofono che consente di aprire la porta del reparto. Ma non è arrivata una risposta convincente. Da qui è esplosa la rabbia.
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Il secondo arrivo degli agenti di polizia al reparto di Medicina 2 del “Civico” di Palermo è stato quello risolutivo. Gli autori di questo tentativo di sfondamento della porta sono stati denunciati, con le indagini che sono attualmente in corso. Sono stati sentiti anche alcuni testimoni di questa brutta vicenda. I momenti di follia sono stati raccontati da un medico, intervistato dai colleghi di Palermo Today: “Una collega aveva provato a contattare i familiari per comunicare loro la triste notizia. Hanno reagito urlando, con offese di ogni genere e minacce, tanto che abbiamo chiamato il 112”.
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“Fuori dalla porta – prosegue il medico – c’era uno scenario di devastazione. Avevano strappato via e distrutto una panchina in metallo per utilizzarla come ariete e cercare di entrare. Assistere a certe scene fa ancora più male se penso a chi mortifica pubblicamente gli sforzi che facciamo tutti noi in un momento tanto critico”. La prima persona finita nel registro degli indagati è una donna di 52 anni, accusata di danneggiamento. Ma l’elenco delle persone denunciate quasi certamente si estenderà, visto che la donna non può aver agito da sola.
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