Donald Trump, quelle parole che avrebbero diritto di essere dette (comunque)

E’ accaduto ancora. La Fox News ha bloccato una conferenza stampa della portavoce della Casa Bianca che stava riferendo quanto sostenuto in questi giorni da Donald Trump circa i risultati elettorali. Qual è il confine dei media? Esiste una responsabilità etica dei messaggi che circolano sul web? E’ lecito bloccare in nome di un politically correct anche quando la nostra libertà viene violata?

La Conferenza stampa della portavoce della Casa Bianca è stata interrotta. Non per un problema di audio, né per un problema tecnico; ma, possiamo dirlo, per un problema ideologico.Queste elezioni sono ben lontane dall’essere finite, e al contrario dei nostri avversari, noi non abbiamo niente da nascondere. Vogliamo che ogni voto legale sia conteggiato e vogliamo che ogni voto illegale…”, stava proseguendo la portavoce, sostenendo ciò che Donald Trump sostiene da giorni: l’esistenza di una frode elettorale significativa nelle elezioni che ne avrebbe determinato la sconfitta.

Non ha potuto proseguire, però, dal momento che Fox News, in diretta durante la conferenza, ha bloccato il collegamento. La motivazione? “Non possiamo trasmettere disinformazione“, è stato riferito. L’anchorman della Fox News, Neil Cavuto, ha quindi commentato: “Penso che dobbiamo essere molto chiari. La Casa Bianca sta accusando la controparte di frode e di voto illegale. A meno che non abbia le prove per sostenere una tesi del genere, non posso continuare a mostrarvi in tutta onestà questo servizio“.

Ma era già successo…

Un fatto che non è nuovo ma che, stranamente, non risulta ancora strano agli occhi dell’opinione pubblica. Quand’ancora la partita era in corso, Donald Trump era nel bel mezzo di un discorso elettorale e – chiariamolo – era ancora Presidente, eletto dal popolo. “Noi pensiamo che vinceremo le elezioni facilmente. Andremo alla Corte Suprema. Non possiamo avere dei risultati ed uno scenario di elezioni rubate in questo modo“, stava spiegando il presidente degli Stati Uniti quando si presagiva già brutta aria alla Casa Bianca, poco dopo l’inizio dello spoglio elettorale. Certo, notizie non vere e tentativi di rinnegare l’innegabile – come quando si perde ad un gioco ma si butta fango sull’avversario. E per questo, tre grandi network americani – ABC, CBS e NBC – hanno interrotto la diretta della conferenza stampa.

“Dobbiamo interrompere perché il presidente ha dato una serie di false dichiarazioni”, ha detto l’anchorman di Nbc. A fargli eco l’inviato di Abc: “Ci sono molti fatti da verficare”. Allora, però, la Fox news e la Cnn avevano trasmesso il discorso per intero, la seconda tenendo in sovraimpressione per tutto il tempo la scritta: “Senza prove Trump sostiene di essere vittima di una frode”.

Ma è giusto?

Non è comunque la prima volta che i media bloccano Donald Trump e l’offensiva tra l’ormai ex Presidente americano e Twitter in particolare è una guerra aperta che non accenna ad arrestarsi. Già a marzo scorso, infatti, il social aveva censurato un post di Donald, accusandolo di violazione dei propri standard sull’esaltazione della violenza. E l’ha rifatto nuovamente, qualche giorno fa, nascondendo dei post del repubblicano in cui ribadiva, in sostanza, la stessa tesi di sempre: elezioni truccate. Non è in dubbio, insomma, che molte delle parola che escono fuori dalla bocca del Presidente non abbiano forse diritto di venire ascoltate. Avrebbero, però, diritto di essere dette.

Così come sarebbe un suo diritto quello di poter tenere Conferenze stampa, quand’era ancora – tra l’altro – Presidente e quindi ancora occupante di una carica per il volere del popolo, che rimane sempre sovrano. (art.1 della Costituzione). Qual è, insomma, il confine dei media? Esiste una responsabilità etica dei messaggi che circolano sul web? E’ lecito bloccare in nome di un politically correct anche quando la nostra libertà viene violata? E le piattaforme dovrebbero essere garanti di un’etica o di una libertà di espressione e di pensiero, sancita dalle nostre Carte Costituzionali? Forse…della seconda.

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