Monza al collasso, l’ospedale allerta: “Ora siamo noi Codogno”

Il direttore Asst locale: «Ora siamo noi Codogno»; il panico è totale: il sindacato infermieri Nursind: «Fateci arrivare rinforzi».

Monza al collasso, l’ospedale allerta: “Ora siamo noi Codogno” – meteoweek

Un appello sentito, drammatico, un messaggio con una richiesta di aiuto perché “l’equilibrio è compromesso” ormai da una settimana e la situazione all’Ospedale di Monza si è aggravata a causa del contagio di 340 operatori sanitari: “Ci serve aiuto”. Il sindaco Dario Allevi ha affermato: «Il San Gerardo ha le ore contante».

Il numero altissimo di positivi sta provocando gravi problemi ai pronto soccorso della zona. Nella giornata di domenica il pronto soccorso del San Gerardo è stato chiuso ai codici verdi, stando a quanto riportato dall’ Ansa. Il pronto soccorso rimane aperto, spiegano dall’ospedale, ma i casi non urgenti vengono inviati in altre strutture meno sotto pressione. Il problema è che anche le altre strutture presto saranno intasate. Il direttore dell’Asst di Monza Mario Alparone, da cui dipendono il San Gerardo e l’ospedale di Desio, non ha dubbi: “In questo momento Codogno siamo noie abbiamo bisogno della stessa attenzione che abbiamo dato noi in fase uno agli altri”, aggiunge. Monza Brianza, nelle ultime settimane, è sempre stata tra le province con il peggior rapporto tra nuovi casi e popolazione. Il ché fa pensare che presto la situazione potrebbe peggiorare anche altrove.

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L’allarme del direttore generale dell’Asst di Monza Mario Alparone è drammatico

Monza: l’Ospedale è al collasso

“Abbiamo assunto 110 nuovi operatori, di cui 40 medici e il resto infermieri, ma avendo 340 operatori positivi a casa, parliamo di una goccia in confronto ad un esercito fermo”, ha spiegato Alparone che aggiunge di aver chiesto alla Regione Lombardia l’intervento dell’Esercito e della Protezione Civile. Alparone ha ricordato la difficile situazione non solo del San Gerardo ma di tutta la Brianza a causa del picco di contagi per Covid, spiegando che «vanno velocizzati i trasferimenti in altre strutture, l’ho chiesto a Regione Lombardia, unitamente all’attivazione di esercito e protezione civile». «In fase uno abbiamo accolto tantissimi pazienti da fuori provincia», ha aggiunto, ma ora «non è il momento delle polemiche, però il trasferimento in altri ospedali è fondamentale, creare posti liberi non è possibile dalla sera alla mattina ma, quando lo hanno chiesto a me, io lo ho fatto».  Alparone ha spiegato che la capacità di mantenere attivo un ospedale dipende dall’equilibrio tra entrate ed uscite di pazienti. Questo equilibrio da circa una settimana è compromesso. Purtroppo al nord è un problema che si avverte come impellente ma si sta diffondendo in tutta Italia: presto, se non si interviene tempestivamente, gli ospedali saranno al collasso e non si potranno curare più nemmeno le patologie più urgenti. Il governo ha il dovere di trovare una soluzione oggi, ora, più che mai.

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