Coronavirus: Sergio fa un video per I cari prima di essere intubato poi muore

Sergio è un giovane infermiere che non riuscirà più a rivedere la sua famiglia: il Coronavirus gli ha portato via la vita.

Covid: Sergio fa un video per i suoi cari prima di essere intubato poi muore – meteoweek

Non ha paura Sergio: il suo è un messaggio di speranza, per chi lo guarda, per chi lo ascolta, per tutta la sua famiglia. “Ci rivedremo, non è un addio”: così diceva Sergio Humberto Padilla Hernandez guardando in camera in un videomessaggio registrato per la sua famiglia prima che i suoi colleghi gli praticassero l’intubazione endotracheale. Il 28enne, infermiere messicano, si trovava in ospedale, ricoverato dopo aver contratto il covid. Pochi minuti, una luce negli occhi, la voglia di non arrendersi: un “arrivederci” che si sarebbe trasformato in addio, dimostrando che il coronavirus porta via anche i giovani. “È arrivato il momento della verità”, dice Sergio nel filmato, “Mi sottoporrò all’intubazione endotracheale. Voglio che, succeda quello che succeda, sia fatta la volontà di Dio e mi ricordiate sempre per quello che sono stato e per quello che sono, perché voglio ritornare. Questo non è un addio, sono sicuro che ritornerò, in qualche giorno recupero. Tornerò a vedervi, amici, famiglia, vi amo e so che state pregando per me”.  Poi il video si spegne e il silenzio se lo porta via, per sempre.

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ha registrato il filmato a pochi minuti dall’intubazione endotracheale, il giorno prima di morire – meteoweek

Coronavirus: il rischio nei giovani

Secondo i dati raccolti dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), la principale autorità sanitaria del paese, il covid-19 ha causato la morte di meno bambini e adolescenti rispetto all’influenza in un anno normale; il virus da questo punto di vista appare meno spaventoso. In base alle stime più accurate del rapporto tra contagi e decessi, le possibilità che un venticinquenne contagiato dal covid-19 muoia sono circa 250 volte inferiori a quelle di un ottantacinquenne. Tra le persone contagiate sotto i trentacinque anni ne muore solo una su mille. Impossibile, però, stabilire al momento quali saranno le persone senza patologie a subire questa sorte. Non è tutto, però: la malattia, infatti, comporta una serie di conseguenze per la salute che sono molto gravi pur non essendo fatali nell’immediato. A volte il sars-cov-2 innesca una reazione sproporzionata del sistema immunitario del paziente, danneggiando gli organi interni. Diversi studi condotti su soggetti asintomatici hanno rivelato che più della metà presentava anomalie polmonari. Una ricerca pubblicata a marzo del 2020 sul Journal of the American Heart Association ha rilevato che tra il 7 e il 20 per cento degli ammalati aveva problemi cardiaci associati al covid-19. Il rischio è che sottovalutando questi dati ci siano sempre più giovani a rischio di vita per colpa del Covid, ragazzi che non rivedremo più, proprio come Sergio.

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