Banda di usurai: donne ‘aguzzine’ speculano sul lockdown: “Se non paghi ti sbrano”

Erano prevalentemente donne, appartenenti a quattro diversi nuclei familiari, le usuraie scoperte dalla Guardia di Finanza

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Erano prevalentemente donne, appartenenti a quattro diversi nuclei familiari, le usuraie scoperte dalla Guardia di Finanza di Bari e arrestate oggi nell’operazione “Cravatte rosa”. In totale le persone destinatarie delle misure cautelari sono 13, delle quali 10 donne (quattro in carcere e sei agli arresti domiciliari), accusate di aver minacciato per anni persone in condizioni di difficoltà economica nei quartieri popolari Japigia, San Pasquale e San Paolo di Bari, pretendendo a fronte di prestiti anche di poche decine di euro, necessari per fare la spesa, interessi fino al 5 mila%.


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Sei percepivano anche il reddito di cittadinanza. Le condotte illecite si sarebbe intensificate nel periodo del lockdown, a causa dell’aggravamento delle condizioni economiche di tante famiglie baresi. I fatti contestati risalgono agli anni 2011-2020. I reati contestati, a vario titolo, ai 24 indagati (11 dei quali in stato di libertà), sono usura aggravata dallo stato di bisogno di bisogno delle vittime ed estorsione. Spesso, infatti, gli usurai costringevano le loro vittime a pagare gli interessi anche ricorrendo a violenze e minacce, “se non paghi vengo e ti sbrano”, “se non paghi ti brucio l’auto”, “ti mando mio figlio con la pistola”, “ti faccio saltare in aria”.

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