Giancarlo Giannini dramma figlio morto: “Aveva 20 anni. Bisogna avere fede per andare avanti”

Tra gli attori più apprezzati e conosciuti del mondo dello spettacolo nostrano, e non solo, Giancarlo Giannini ha raccontato il dolore per la scomparsa del figlio, morto a soli 20 anni per un’aneurisma nel 1987.

Il dramma di Giancarlo Giannini

Nel corso di un’intervista rilasciata qualche tempo fa a Io Donna, Giancarlo Giannini ha raccontato il dolore per la morte di suo figlio, avvenuta nel 1987 a causa di un’aneurisma.  “Per molti la morte di un figlio mette in discussione l’esistenza stessa di Dio. Ti chiedi: perché lui e non me? Ricevetti la notizia mentre giravo a Milano. Presi un aereo, mi precipitai in ospedale, trovai la madre e il fratello disperati. Ero altrettanto disperato, ma cercavo di confortarli dicendo: ‘Guardate, ora lui sta meglio di noi’”.

Per poi aggiungere: “Quando muore un figlio la vita cambia completamente: diventi diverso, spesso affronti le cose con più ferocia. Ma, se uno ha fede, riesce ad andare avanti, ad accettare che così è la vita“. A proposito del rapporto con la fede ha infatti dichiarato: “Difficile spiegare: è un piedistallo straordinario. Se la hai, non ti fa paura la morte, la vedi come fonte di conoscenza”.

Le parole di Adriano Giannini

In un’intervista rilasciata qualche mese fa al settimanale ‘Grazia’, Adriano Giannini, figlio di Giancarlo Giannini, ha parlato della morte del fratello maggiore Lorenzo, avvenuta quando lui era ancora adolescente.

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“Mio fratello se n’è andato quando ero in un’età molto delicata. Non sei mai pronto per affrontare una perdita così. Era l’ultimo anno di scuola. La mia prima reazione è stata la fuga: sostenere l’esame di maturità e poi andarmene via dalla casa della mia infanzia. Ma proprio quando me ne stavo andando, hanno proposto alla mia mamma di firmare la regia del film Evelina e i suoi figli!”.

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Adriano Giannini ha quindi chiesto alla madre di trovargli un qualsiasi lavoro sul set: “Nella troupe mancava l’assistente dell’aiuto operatore. Così ho iniziato a lavorare per il cinema e dopo quel film la stessa troupe mi ha richiamato!”.