Un detenuto di 32 anni del carcere di Bicocca ha iniziato dal 4 novembre scorso lo sciopero della fame perché da mesi chiede inutilmente di potere essere sottoposto a un urgente intervento chirurgico a una gamba che lo rende invalido.
Lo ha reso noto il suo legale, l’avvocato Domenico Acciarito, che ha presentato più istanza per potere fare eseguire l’operazione. “E’ stanco e il dolore è insopportabile – spiega il penalista – e dopo mesi e mesi a chiedere gli venga riconosciuto il diritto alla salute, sancito da Costituzione e della Cedu, ha deciso di passare a un gesto eclatante: da tre giorni rifiuta il cibo” Il detenuto, agli arresti dal febbraio scorso in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere mafia e traffico di stupefacenti, il 27 marzo del 2019 ha avuto un incidente stradale ed è stato operato per una frattura scomposta alla tibia con lesioni ai legamenti laterali. Operato gli sono stati impiantate delle placche che gli causano un deficit di estensione. Per questo, su parare dei medici, deve essere operato per “la rimozione del mezzo di sintesi” e poi avviare “subito un trattamento riabilitativo inderogabile”.
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“Il mio assistito – sottolinea l’avvocato Acciarito nella quarta richiesta di sospensione dell’ordinanza e la concessione dei domiciliari con braccialetto elettronico per il tempo necessario all’intervento e alla riabilitazione – continua giornalmente a sottoporsi ad antidolorifici per il dolore acuto e una struttura sanitaria pubblica per ben due volte ha certificato che le placche devono essere rimosse con urgenza. E’ costretto a muoversi in carcere con due stampelle”. Per questo chiede che il suo assistito venga “sottoposto ad intervento di rimozione” nell’ospedale di Lentini, dove gli sono state applicate le placche. L’ultima richiesta l’avvocato l’ha presentata lo scorso 4 novembre.