A Milano le perdite più alte, pari a €5.575, mentre il Sud retrocederà di circa 31 anni in termini di ricchezza.
Il coronavirus ci sta portando via tutto: la calma, la ricchezza, la salute. In media la perdita pro-capite stimata per il 2020 è di quasi €2.500. Non solo morte diretta quindi ma anche povertà e depressione. Gli italiani perderanno €2.484 a persona, con punte di con punte di 3.456 euro a Firenze, di 3.603 a Bologna, di 3.645 a Modena, di 4.058 a Bolzano. Queste le previsioni dell’Ufficio Studi della Cgia Mestre, secondo cui le perdite massime si avranno a Milano, con un picco di €5.575. Le brutte notizie non sono finite: i numeri potrebbero essere sottostimati in quanto riferite a un periodo precedente l’escalation dei contagi (metà ottobre) e dunque non tengono conto degli effetti negativi delle ulteriori restrizioni e dei blocchi adottati a partire dalla fine dello scorso mese. La situazione è più grave nelle zone d’Italia più colpite: al nord è molto delicata, ma anche al sud non è delle migliori.
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Il Meridione subirà una variazione del Pil pari a -9%. Si tratta di una riduzione più contenuta rispetto alle altre macro aree ma che farà scivolare la ricchezza del Sud allo stesso livello del 1989. In media un balzo indietro di 31 anni, con i risultati peggiori in Molise, Campania e Calabria, che torneranno allo stesso livello di Pil reale conseguito nel 1988. Il dato peggiore sarà quello della Sicilia, in cui la retrocessione sarà di 34 anni, con un livello di ricchezza pari a quello del 1986. Lo studio riporta dati veramente allarmanti: Paolo Zabeo, coordinatore del centro studi, ha parlato della situazione del Mezzogiorno, con la paura che la crisi economica sfoci in una crisi sociale. “Il pericolo che le organizzazioni criminali di stampo mafioso cavalchino questo disagio traendone un grande vantaggio in termini di consenso”, un rischio da evitare “sostenendo con contributi a fondo perduto non solo le attività che saranno costrette a chiudere per decreto, ma anche una buona parte delle altre”, anche nell’ottica della tutela dei posti di lavoro. A tutto questo va aggiunta l’ansia per i contagi che continuano a salire. Nel bollettino sul Coronavirus in Italia del 7 novembre si contano quasi 40mila nuovi casi. I morti sono ancora più di 400. La Lombardia registra oltre 11mila nuovi positivi, sopra quota 4mila anche Campania e Piemonte. Si registra il nuovo record di contagi in Veneto (3.815 in 24 ore), dove si contano anche 25 morti. “Stiamo crescendo – ha detto il governatore Luca Zaia -, ma non come accadeva a marzo, se avessi fatto lo stesso di numero di tamponi di oggi, circa 30mila ogni 24 ore, a marzo avremmo trovato il doppio di positivi, non i 3.800 di oggi, ma il doppio, oltre 6.000”.