Scuola, da domani 4 mln di alunni a casa: genitori al ricorso contro le chiusure

Ordinanze regionali e Dpcm, gli effetti sulla Scuola: da domani 4 mln di alunni a casa in DAD. In Puglia i genitori annunciano ricorso al Tar, mentre UGL Scuola avverte: “Governo ha messo in ginocchio l’istituzione con danni di credibilità e funzionalità”.

scuola - chiusura
foto di repertorio

Con le nuove disposizioni imposte dal Dpcm firmato ieri dal premier Conte, sono quattro milioni gli alunni italiani, sia delle scuole statali che paritarie, a rimanere a casa. Per loro, da domani e per almeno un mese intero, si parla di didattica a distanza, per la quale saranno chiamati a partecipare alle lezioni telematiche sulla scia di quanto successo la scorsa primavera.

I dati sono stati forniti dal portale di Tuttoscuola, che parla di un ben 47% dell’intera popolazione scolastica, e che comprende dunque tutti gli studenti della scuola secondaria di II grado (con oltre 2,7 milioni di ragazzi e ragazze), così come anche gli oltre 316 mila alunni del secondo e terzo anno della secondaria di I grado. Questi ultimi, infatti, saranno chiamati alla dad al 100% in tutte quelle per le Regioni individuate come area rossa (Lombardia, Piemonte, Calabria Valle d’Aosta).

Ma a numeri del genere, però, si aggiungono anche gli stuendi che vivono in quelle Regioni in cui le varie ordinanze hanno già sospeso le attività in presenza: si parla, ad esempio, della Campania (con circa un milione di alunni a casa, ovvero il il 100%) e della Puglia (con mezzo milione, e cioè l’84%, di alunni appartenenti al primo e al secondo ciclo di istruzione in DAD).

Coordinamento genitori Puglia, via al ricorso contro le chiusure

scuola - alunni in dad
grafico via Tuttoscuola

In merito alla situazione di chiusura delle scuole, il Coordinamento di genitori “La Scuola che vogliamo – Scuole diffuse in Puglia” ha deciso di far sentire la propria voce. Annunciato, infatti, il ricorso che verrà presentato al Tar, e che si scaglia contro l’ordinanza che dal 30 ottobre scorso ha imposto la chiusura delle scuole pugliesi di ogni ordine e grado. Una disposizione, questa, che resterà in vigore fino al 24 novembre compreso, nonostante con l’ultimo Dpcm firmato da Conte sia stata stabilità la possibilità per le zone arancioni di lasciare aperte scuole primarie e medie.

Come spiegato dal Coordinamento in una nota ufficiale, “a seguito della posizione pubblica assunta dal comitato tecnico scientifico nazionale circa gli effetti della didattica a distanza protratta su bambini, preadolescenti ed adolescenti“, il gruppo è già  “al lavoro per inoltrare al Tar ricorso contro l’ordinanza emanata il 28 ottobre scorso dalla Regione Puglia che ha previsto la sospensione della didattica in presenza per le scuole del primo ciclo di Istruzione”.


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UGL: “Governo ha messo in ginocchio la scuola”

Contro le disposizioni del nuovo Dpcm, invece, si scontra l’organizzazione sindacale Unione Generale del Lavoro – Scuola (UGL). Come spiegato dal segretario nazionale Ornella Cuzzupi in una nota, “le ultime decisioni assunte dal Governo Centrale in merito alla scuola hanno, di fatto, messo in ginocchio l’istituzione con tali danni di credibilità e funzionalità che solo l’alto senso di responsabilità del personale scolastico tutto, dirigenti, docenti, personale ATA, potrà evitare una definitiva deriva”.


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E sottolinea ancora, il dirigente sindacale: “Era evidente che non ci fossero le condizioni ottimali per portare avanti un concorso che impegna decine di migliaia di docenti; era evidente che la soluzione più pratica – considerato il momento – fosse di trovare il mezzo per assumere tutti i supplenti in forza; era evidente che gli interventi sulla scuola, compreso i fantomatici banchi, erano solo dichiarazioni di facciata mentre nulla, ripeto nulla, si è fatto per dotare la scuola, in ben sei mesi, di servizi efficienti che riuscissero a far fronte all’emergenza che stiamo vivendo”.

Noi saremo vicini a tutti i lavoratori della scuola e, considerando il già preannunciato Stato di Agitazione, disponibili a verificare caso per caso le azioni da intraprendere per difendere la scuola”, conclude infine Cuzzupi.

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