Attore, doppiatore e produttore cinematografico, Michael J. Fox è ricordato dagli appassionati del grande schermo per il ruolo di Marty McFly nella trilogia di Ritorno al futuro.
Classe 1961, Michael J. Fox venne a conoscenza di essere affetto da una grave forma di Parkinson quando aveva solo 30 anni. L’attore, quindi, dovette ritirarsi dalle scene in maniera quasi immediata, ma decise di parlare delle sue condizioni di salute solo sette anni più tardi.
La malattia, tuttavia, lo ha spinto a lottare per la ricerca sperimentale sulle cellule staminali e a creare la Fondazione Michael J. Fox. Intervistato da People, quindi, l’attore ha raccontato l’evoluzione del Parkinson e come la malattia abbia influenzato la sua vita privata e professionale.
Michael J. Fox racconta la malattia
Il Parkinson ha quasi fatto sparire la memoria a breve termine di Michael j. Fox che, purtroppo, è stato costretto ad interrompere la sua carriera di attore.
“Ho chiuso. Non riesco più a suonare bene la chitarra, non riesco più nemmeno a disegnare, non sono mai stato bravo a ballare e ora sta peggiorando anche la mia recitazione – ha rivelato lui, che sta riversando tutte le sue energie sulla scrittura – . Per fortuna, mi piace molto scrivere”.
E, in effetti, Michael j. Fox ha deciso di raccontare la sua vita in quattro libri, l’ultimo è “No Time Like the Future”, in uscita il 17 novembre.
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Michael J. Fox, i drammi della malattia
Il Parkinson, tuttavia, non è la sola malattia che si è abbattuta su Michael J. Fox e che lo ha costretto a rivedere tutta la sua vita.
“Oltre ai sintomi più evidenti come tremori e rigidità, la malattia ha avuto per me un impatto devastante sulla memorizzazione, abilità cruciale per recitare…”, ha continuato a raccontare a People.
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Negli ultimi anni, inoltre, l’attore americano è stato costretto a subire un’operazione per l’asportazione di un tumore benigno alla colonna vertebrale che gli impediva di camminare e gli dava dolori intensi in tutto il corpo.
Dopo l’operazione, Michael J. Fox si è sottoposto ad una serie di sedute per riprendere a camminare e, una caduta, lo ha costretto ad un secondo – inarrestabile – stop.