Il nuovo Dpcm suddivide le Regioni in zone gialle, arancioni o rosse, ma quali sono i territori compresi nell’una o nell’altra zona?
Cinque Regioni in zona rossa e due in zona arancione. Sono queste le anticipazioni sul nuovo Dpcm, firmato martedì 3 novembre – poco prima di mezzanotte – dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Stando a quanto emerso finora, in attesa delle comunicazioni del premier, i territori che al momento rientrano nella zona rossa sono Lombardia, Piemonte, Calabria, Alto Adige e Valle d’Aosta. Quelli definiti zona arancione, invece, sono Puglia e Liguria. Rimangono in dubbio il Veneto, che oscilla tra la zona verde e la zona arancione, e la Campania, che rischia di essere compresa tra le zone rosse.
Ma che differenza c’è tra zone verdi, arancioni e rosse? La suddivisione del territorio avverrà attraverso l’analisi di 21 criteri studiati dal Comitato tecnico scientifico (Cts). Tra questi l’indice di contagiosità (Rt) e il numero di ricoveri in una determinata area. Ad annunciare i dati al governo saranno i presidenti della Regioni, ma lo spostamento di una Regione da una fascia all’altra dovrebbe avvenire con ordinanza del Ministero della Salute, che potrebbe scavalcare i governatori.
Cosa succederà nei territori considerati zone arancioni o rosse? Sono le aree in cui il rischio di diffusione del coronavirus sarà ritenuto “alto” o “massimo”, dunque la Regioni che si trovano nello scenario 3 o nello scenario 4, descritti del documento “prevenzione e risposta a COVID-19” diffuso lo scorso 12 ottobre dall’Istituto superiore di sanità. In queste zone saranno vietati tutti gli spostamenti “in entrata e uscita dai territori”. La misura potrà riguardare intere “Regioni o parti di esse”.
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La differenza tra le zone arancioni e quelle rosse sarà che, nelle aree di massimo rischio, gli spostamenti saranno vietati gli spostamenti anche all’interno dello stesso territorio. Com’è scritto sul provvedimento, sarà “vietato ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune”.
Uno dei principali cambiamenti a livello nazionale, invece, sarà il coprifuoco anticipato. Ma non alle 18 come avrebbero voluto alcuni governatori regionali. La circolazione sarà vietata dalle ore 22 alle ore 5. In questa fascia oraria gli unici spostamenti consentiti saranno quelli per comprovate esigenze lavorative o di salute, sempre dichiarati tramite autocertificazione.
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