Palazzo Chigi a lavoro su un nuovo Decreto per cercare di arginare la diffusione del Coronavirus. Le misure, al vaglio delle Regioni e del Governo, vanno a sostituire i provvedimenti stabiliti dal decreto del 24 ottobre.
Il prossimo decreto, per cui sono a lavoro i vertici a Palazzo Chigi, dovrebbe entrare in vigore il 5 novembre 2020, giovedì, fino al 3 dicembre 2020. Questo, almeno, è quanto si apprende dalle bozze del Dpcm, all’interno delle quali si legge: “Le disposizioni del presente decreto si applicano dalla data del 5 novembre 2020, in sostituzione di quelle del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 ottobre 2020, e sono efficaci fino al 3 dicembre 2020”.
Come già annunciato nel suo intervento alla Camera prima e al Senato poi da Giuseppe Conte, non ci sarà un lockdown nazionale ma si procederà, piuttosto, a chiusure regionali e locali in base al grado di rischio e ai livelli di ogni singola zona. Zone rosse, zone gialle e zone verdi: in quelle rose, stop alle attività dei negozi e mercati. Si legge infatti nella bozza: “Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari”. Il provvedimento ferma anche i mercati, tutte le attività di bar e ristorazione, salvo la consegna a domicilio l’asporto consentito fino alle 22, e le attività sportive.
Resta invece consentita l’attività motoria in prossimità della propria abitazione, con obbligo della mascherina, esclusivamente all’aperto e in forma individuale. Nelle zone arancioni restano invece aperti i negozi ma chiudono bar e ristoranti. Limitato in queste zone anche “ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza”, salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità. Sarà il Ministero della Salute a fissare i presupposti che pongono una Regione nello scenario 3 , con elevata gravità; o nello scenario 4, massima gravità e livello di rischio alta. E sarà fatto con con “frequenza almeno settimanale”.
Le altre misure previste dalla bozza prevedono il potenziamento dello smart working ai “massimi livelli possibili, sia nella Pubblica amministrazione che nel settore privato, e ingressi differenziati del personale”. In particolare, le pubbliche amministrazioni dovranno assicurare percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibilmente con le potenzialità organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato. Stop anche alle crociere, mentre stando ancora alla bozza, è previsto che a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale sia consentito “un coefficiente di riempimento non superiore al 50 per cento”.
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