Nella bozza del nuovo Dpcm si fa riferimento alle chiusure che subiranno le attività: da bar e ristoranti, a negozi e centri commerciali.
Rimarranno chiudi i negozi e i mercati nelle regioni, province e comuni a massimo rischio. È quanto specificato nella bozza del nuovo Dpcm diffusa nelle ultime ore. Stando a quanto descritto all’interno del provvedimento – che a breve dovrebbe essere firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte – il territorio italiano sarà diviso in tre zone con diverso rischio epidemiologico: rossa, arancione e gialla. In base alla suddivisione, poi, verranno attivate le norme anti-Covid.
Nelle zone rosse – quelle in cui l’allerta è più alta – dovranno restare chiusi tutti i negozi, tranne i rivenditori di generi alimentari. È specificato all’articolo 1 ter: “Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari”. In queste aree il provvedimento ferma anche i mercati, tutte le attività di bar e ristorazione, e le attività sportive. L’unica forma di lavoro concessa ai ristoranti sarà la consegna a domicilio, con l’asporto consentito fino alle 22.
Ciò che resterà consentito, invece, sarà l’attività motoria “in prossimità della propria abitazione” e con obbligo della mascherina e l’attività sportiva “esclusivamente all’aperto e in forma individuale”. Norme che riportano subito alla memoria il lockdown di marzo e aprile, e l’annessa polemica sui runner.
Più “soft” saranno le misure nelle ad alto rischio, cioè le cosiddette arancioni. Qui resteranno aperti i negozi, ma saranno chiusi i bar e i ristoranti. Per evitare la diffusione del contagio da coronavirus, inoltre, saranno vietati gli spostamenti “con mezzi di
trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza”, salvo che per comprovate esigenze di lavoro, studio, salute e necessità.
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A parte le norme “selettive”, relative ai territori in cui il rischio di diffusione del contagio è più alto, ci saranno indicazioni anche a livello nazionale. Uno dei principali cambiamenti sarà ad esempio il coprifuoco anticipato, ma non alle 18 come avrebbero voluto alcuni governatori regionali. La circolazione sarà vietata dalle ore 22 alle ore 5. In questa fascia oraria gli unici spostamenti consentiti saranno quelli per comprovate esigenze lavorative o di salute, sempre dichiarati tramite autocertificazione.
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