Il premier Conte, durante il suo intervento alla Camera dei Deputati, ha illustrato situazione e obiettivi dei test rapidi e molecolari per il Covid.
Fino a 350 mila tamponi molecolari per il coronavirus al giorno. Questo l’obiettivo del governo giallorosso, stando alle parole pronunciate oggi – lunedì 2 novembre – in un intervento alla Camera dei Deputati dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il premier si è presentato in aula per anticipare alcuni aspetti che riguarderanno il prossimo Dpcm anti-Covid, e nel farlo ha fornito qualche numero sull’emergenza sanitaria in corso e sulle misure di contenimento del virus da adottare.
A partire dal numero molto maggiore di tamponi effettuati in un giorno in queste settimane, rispetto al mese di marzo. Un maggiore controllo, secondo Conte, permette un migliore screening della popolazione e dunque evita la diffusione del coronavirus. Così come l’assistenza sanitaria domiciliare, che impedisce il sovraccarico degli ospedali. “È stata avviata una richiesta per tamponi molecolari che porterà 250 mila tamponi molecolari al giorno. In questo modo aumenterà lo screening della popolazione italiana fino ad arrivare a 350 mila test al giorno”, ha annunciato il premier.
E ha aggiunto: “La cura presso i domicili serve per alleggerire gli ospedali, Arcuri (Domenico, commissario straordinario per l’emergenza Covid-10, ndr) ha acquistato 10 milioni di test rapidi in modo da ridurre le quarantene. Con uno scenario avverso disporremo anche di personale militare. L’evoluzione dell’epidemia risulta però molto preoccupante”.
Nel suo discorso il presidente del Consiglio ha espresso la sua fiducia nella preparazione del Governo per affrontare la seconda ondata del virus, al contrario di quanto avvenuto a marzo e aprile. Per questo, ha ribadito Conte, non sarà necessario un lockdown generalizzato e, anzi, risultarebbe dannoso. “Riteniamo necessario assumere una decisione orientata che ottempli nuovi interventi restrittivi modulati sulla base del livello di rischio nei territori. Su base di criteri scientifici predefiniti ci sarà un regime differenziato basato su diversi livelli regionali. A marzo sprovvisti di un piano abbiamo emanato provvedimenti che ci hanno portato un lockdown generalizzato, oggi invece abbiamo una struttura di prevenzione“.
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Ci troviamo in una delicata fase di transizione – come l’ha definita il premier – dallo scenario 3 allo scenario 4, la più grave, con un indice di contagiosità (Rt) superiore a 1,5. Diventa dunque fondamentale evitare il sovraffollamento delle strutture ospedaliere, a partire dai pronto soccorso, e il controllo dei nuovi contagi. Nel frattempo, ha sottolineato inoltre Conte, si attendono i risultati delle misure restrittive varate con il Dpcm dello scorso 24 ottobre. Per osservarli, ha detto, bisogna aspettare almeno 14 giorni.
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