La sua maggiore capacità infettiva può spiegare sia la violenza della prima ondata da noi che della seconda in tutto il mondo.
C’è una cattiva notizia e una buona: la cattiva è che la variante del virus in circolazione in questo momento ha una carica virale maggiore a quello di Wuhan, la buona è che i sintomi non sono peggiorati e che tutto questo non ostacola il vaccino. La mutazione D614G che nel corso dei mesi si è diffusa dall’Europa in tutto il mondo è infatti fino a 13 volte più contagiosa rispetto al coronavirus originale, quello di Wuhan. La pubblicazione è su Nature. La versione mutata e la versione originaria sono state messe a contatto con cellule umane delle vie respiratorie. Poi è stato fatto il confronto del tasso di infezione nelle due piastre. In particolari condizioni di laboratorio, l’infettività è risultata maggiore fino a 13,9 volte. D614G inoltre si è rivelato stabile anche a temperature più alte, spiegando come mai l’estate non lo abbia fermato in varie regioni del mondo.
“Il virus muta a ogni sua replicazione, questo è normale – spiega Massimo Ciccozzi, responsabile del laboratorio di statistica medica ed epidemiologica del Campus Biomedico a Roma, autore dell’articolo che a febbraio descrisse la variante in Italia – ma nel suo genoma si fissano solo le varianti che gli convengono. D614G, che favorisce il contagio, ormai si è diffusa ovunque, Cina compresa. Ed è uno dei motivi per cui oggi l’epidemia galoppa. Con un virus così abile nello sfruttare ogni opportunità, non era il caso di passare un’estate con poche regole”.
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C’è un altro dato da considerare: il tasso di letalità di Sars-Cov-2 è oggi intorno all1%, forse anche un po’ più basso: dieci volte più alto dell’influenza, ma dieci volte più basso della prima Sars. “L’interesse del virus è non uccidere il suo ospite, ma adattarsi a esso” spiega Ciccozzi. “Con il tempo, l’evoluzione lo porterà a essere meno aggressivo e a farci ammalare più lievemente. Non sappiamo se questo processo sia già iniziato, ma lo stiamo studiando, ad esempio andando a cercare se gli asintomatici ospitano virus con particolari caratteristiche genetiche”.
Non è tutto: ci sarebbe un’altra mutazione, chiamata 20A.EU1, è stata notata dall’università di Basilea. Sembra essere “il virus delle vacanze”: osservata in Spagna all’inizio dell’estate, questa variante si è diffusa da lì in tutta Europa, fino a essere riscontrata nel 40-70% dei campioni in Svizzera, Irlanda e Regno Unito. Ora l’attenzione è tutta rivolta all’Europa e al mondo per capire come si diffonderà ancora e se ci dovessero essere nuove varianti.