Maurizio Costanzo in questi giorni è stato nel mirino dell’attenzione mediatica per via del pubblico presente nel teatro che ospita da molto tempo il Maurizio Costanzo Show. In particolar modo, a far discutere troviamo la presenza del pubblico durante le registrazioni.
Come abbiamo avuto modo di spiegare in diverse occasioni, in queste settimane a tenere banco nel mondo delle notizie troviamo i costanti aggiornamenti circa quella che la situazione in Italia del Coronavirus, dato l’aumento continuo dei casi. Non a caso, il Dpcm pubblicato il 25 novembre del 2020 ha imposta la chiusura di palestre e, in particolar modo, di teatri, cinema e altri luoghi dove si tenevano spettacoli di vario tipo.
Nel frattempo, ecco che scoppia anche la polemica per Maurizio Costanzo dato che suo studio erano presenti un cospicuo numero di spettatori separati solo da i pannelli di plexiglass.
“Una situazione terribile”
Maurizio Costanzo in queste ore è stato ospiti in collegamento telefonico con Eleonora Daniele per ricordare Gigi Proietti, scomparso oggi il giorno del suo ottantesimo compleanno.
In particolar modo, nel momento in cui Eleonora Daniele gli chiede di commentare cosa pensi delle restrizioni imposte per i teatri ecc… Maurizio Costanzo spiega come ha trovato il modo di gestire il tutto per il suo programma che va in onda in seconda serata su Canale 5:
“È una situazione terribile, io trovo. Faccio il Maurizio Costanzo Show in un teatro con il test sierologico a tutti gli spettatori, circa 200, prima di cominciare e agli ospiti. in più fatto mettere un divisore di plexiglass tra l’uno e l’altro”.
“La morte di Gigi…”
Successivamente, ecco che Maurizio Costanzo ha deciso di lanciare il suo personale appello riguardante una possibile soluzione per favorire appunto l’apertura dei luoghi di cultura.
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Il giornalista e conduttore, dunque, ha concluso il suo intervento a Storie Italiane con la seguente dichiarazione:
“Se tutti i teatri provassero a fare così, forse il teatro ritornerebbe a vivere perché ricordiamoci che il ‘teatro’ è vita, è cultura e non si può far finta di niente. Vorrei, anzi, che la morte di Gigi risvegliasse la voglia di teatro”.