La virologa ha fatto capire che questa misura potrebbe consentire di contenere la diffusione del Covid. Anche perchè le attuali restrizioni non sembrano servire: “A Padova anticipano gli aperitivi alle 16”, sostiene la Viola.
I virologi continuano a esporre la propria posizione e il proprio parere sul modo in cui l’Italia dovrà gestire l’emergenza Covid che sta sfociando ancora una volta. Molto spesso questi pareri contrastano tra loro, tanto da creare un po’ di confusione. Specialmente in questo periodo in cui gli italiani temono di veder prendere il via a un secondo lockdown, dopo quello primaverile. Dal suo punto di vista, Antonella Viola ha fatto capire che potrebbe essere sufficiente un periodo breve ma costante, in cui gli italiani dovranno restare nelle proprie case.
La nota virologa è stata ospite telefonica di una trasmissione di Radio 24. La Viola ha esposto la sua idea, che è rappresentata come detto da un lockdown di breve durata ma dalla frequenza costante, finchè lo spauracchio del Covid non sarà diventato un virus sempre meno difficile da gestire. “Facciamo un lockdown programmato una volta al mese. Una settimana in case e tre con una vita quasi normale. Il lockdown funziona solo se è totale, altrimenti dobbiamo trovare delle misure di convivenza con il virus, dico solo che a Padova questa settimana gli aperitivi si facevano alle 16“.
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Dopodichè la Viola ha spiegato meglio il modo in cui dovrebbe essere attuata la sua idea. La virologa ha sostenuto che non ha senso dare delle restrizioni temporali e costanti. Per questo motivo è meglio chiudere, seppur per un periodo limitato mese per mese, piuttosto che procedere come si sta procedendo adesso. “La settimana al mese servirebbe a smaltire la diffusione del contagio, se non una settimana, almeno 10 giorni. Adesso una settimana non basta, bisogna intervenire con almeno due settimane, ma l’importante è evitare questi decreti caotici, non vediamo gli effetti di uno e subito ne vediamo un altro: programmiamo“.
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E poi c’è la questione relativa alla salvaguardia degli anziani e dei più fragili. Uno dei rumors legati al prossimo Dpcm, sul quale Governo e Regioni stanno discutendo, riguarda proprio il lockdown degli anziani. Ma la Viola non ci sta: “Dire che bisogna proteggere gli anziani e le persone fragili, che quella parte della popolazione deve stare particolarmente attenta e limitare le occasioni di contagio, significa che vado io in banca al posto di mio padre, che faccio io la spesa al posto di mia madre, che vado a trovarli con la mascherina e non la togliamo mai. Significa che tutti seguiamo le regole – conclude la virologa – ma che i più anziani necessitano di maggiore attenzione“.