Contagi e terapie intensive, ecco come l’Italia ha perso terreno su Francia e Spagna. Il vantaggio che aveva su di loro è ora ridotto
Secondo un’analisi de Il Sole 24Ore sull’andamento della curva epidemica in Italia, il nostro Paese ha perso il vantaggio che vantava nei confronti di Francia e Spagna in merito a contagi e terapie intensive. E pensare che il nostro Paese aveva fatto da apripista, in Europa, durante la prima ondata di Covid, agli altri Paesi e fu citato dall’Oms come modello da osservare. Basti pensare che il bollettino di oggi, lunedì 2 novembre 2020, parla di un numero di nuovi positivi pari a 22.253, con 233 decessi.
I tamponi eseguiti sono 135.731 e i pazienti ricoverati 19.840, mentre in terapia intensiva vi sono 2.022 pazienti. Alla luce anche dei dati degli ultimi giorni, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato l‘arrivo di un nuovo dpcm alla Camera dei deputati. Arriveranno, dunque, provvedimenti più restrittivi nelle zone in cui il sistema sanitario rischia di collassare. Ma cosa ha portato il nostro Paese a perdere tutto questo vantaggio nei confronti degli altri Paesi europei? Vediamolo nel dettaglio.
Dall’inizio della scorsa estate, in tutta l’Europa si è verificata una crescita dei contagi con diverse tempistiche da Paese a Paese. Ora, la seconda ondata di contagi ha avuto inizio prima in Spagna e Francia. Secondo le ultime statistiche rilevate, si tratta dei primi due Paesi dove la curva dei contagi ha subito un’impennata in forma esponenziale, tant’è che lo scorso 21 ottobre avevano oltrepassato la soglia di 1 milione di contagi dall’inizio dell’emergenza Covid.
All’inizio di luglio, la Spagna vedeva una crescita di contagi di oltre il 20% che tra l’8 luglio e il 31 agosto, sfiorava già il 50%. Similmente la Francia ha visto un aumento di contagi oltre il 20% ogni 7 giorni da fine luglio. Si è passati da 904 nuovi positivi in media tra 22 e 28 luglio a 4629 positivi tra 22 e 28 agosto, e a settembre 12.115. Nel Regno Unito lo stesso è avvenuto tra il 25 agosto e il 28 ottobre, con +187% contagi. È quindi possibile calcolare una latenza di 45-70 giorni nelle curve epidemiche di Italia e Germania, rispetto a Francia e Spagna.
Analizzando poi la curva dei nuovi positivi ogni 100.000 abitanti, si nota che Francia e Spagna ad agosto 2020 avevano superato i 10 nuovi casi medi giornalieri ogni 100mila abitanti, dati che l’Italia ha raggiunto verso metà ottobre. Ma le cose sono notevolmente cambiate nei giorni successivi, tant’è che adesso l’Italia ha la terza curva più alta del gruppo. Il virus si è diffuso più velocemente in Italia che in Spagna, Francia e Regno Unito nello stesso periodo della seconda ondata che stiamo attualmente attraversando.
Dal 27 settembre al 31 ottobre, la crescita settimanale dei nuovi positivi è cresciuta del 70% in Italia, quindi superiore alla crescita media del 45-50% registrati in Francia e Spagna. Dunque, ecco come l’Italia ha perso il vantaggio in termini di tempo che vantava sugli altri Paesi del nostro continente. Siamo infatti oltre la soglia di 30 nuovi positivi giornalieri ogni 100.000 abitanti al 22 ottobre, ossia soltanto 11 giorni dopo la Francia.
Un altro fattore da analizzare sono i dati del numero di tamponi effettuati, che vede il nostro Paese in netto ritardo nella loro esecuzione di massa. Il dato più evidente è certamente quello che mette a confronto la situazione della Germania fino a metà ottobre, con quella nostra. Durante l’ultima settimana dello scorso giugno, Italia e Germania effettuavano all’incirca lo stesso numero di test ogni 100mila abitanti, ossia 562 e 518. Successivamente, però, nonostante la curva epidemica mostrasse una situazione simile tra i due Paesi, la Germania ha eseguito il doppio dei tamponi dell’Italia contro solo il 9% del nostro Paese.
Infine, se guardiamo la curva dei ricoveri in terapia intensiva, notiamo che la Spagna resta quella con la maggior pressione, con 5 presenze ogni 100mila abitanti. La Francia ha tassi di occupazione dei posti in terapia intensiva di oltre il 70% nella regione Alvernia-Rodano-Alpi e nell’Île-de-France.
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Il nostro Paese non ha ancora sfiorato le 3 presenze giornaliere ogni 100mila abitanti. Dato tuttavia simile a quello spagnolo, poiché vi sono solo 7.092 posti letto disponibili, ossia 12 ogni 100mila abitanti. Tra l’altro, in Italia, la percentuale di crescita media giornaliera dell’ultima settimana ha toccato il 7,5%, il doppio rispetto alla Francia, attualmente stabile al 4,2%.
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