La risoluzione alla Camera della maggioranza presenta 11 impegni fondamentali che il governo giallorosso dovrà rispettare.
Undici impegni fondamentali che il governo giallorosso dovrà rispettare. Questo il riassunto della risoluzione della maggioranza presentata oggi – lunedì 2 novembre – alla Camera dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Dal contenimento del contagio, al potenziamento degli strumenti per la diagnosi e il trattamento del coronavirus, passando per la possibilità di emanare ulteriori restrizioni laddove la situazione si aggravasse.
Innanzitutto, il governo dovrà “adottare misure nazionali che consentano di mitigare il più possibile la crescita del contagio, anche al fine di alleviare il carico già molto pesante sul Sistema sanitario nazionale”. In secondo luogo l’esecutivo viene invitato a “intervenire in costante confronto con le Regioni con misure restrittive crescenti, adeguate all’evoluzione della pandemia, che siano ispirate ai principi di massima precauzione, di proporzionalità e di adeguatezza, sulla base di parametri oggettivi che consentano di non sottovalutare la severità e l’imprevedibilità della pandemia stessa, che continua a crescere con preoccupante rapidità”.
Tra le richieste della maggioranza al governo Conte risulta il potenziamento delle “misure che consentano di analizzare i dati sui flussi di ingresso e uscita nei reparti del servizio sanitario, nonché la relativa capienza, anche differenziata su base territoriale, e tracciare tempestivamente, in modo completo ed efficace, le catene di trasmissione, al fine di realizzare un adeguato apparato di prevenzione del contagio e di rafforzamento ed efficientamento del servizio sanitario su tutto il territorio nazionale”. In altre parole, il tracciamento. Quello che avrebbe dovuto essere uno strumento fondamentale nella battaglia contro il virus già dalla prima ondata.
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Ad essere potenziati dovranno essere anche gli strumenti “atti a consentire la diagnosi ed il trattamento precoce della patologia, anche prevedendo uno specifico piano di interventi che conduca a migliorare in maniera significativa, su tutto il territorio nazionale, la capacità delle strutture sanitarie di rispondere in modo adeguato all’emergenza, assicurando in tal modo la necessaria assistenza sanitaria”. Anche in questo caso, trattandosi del rafforzamento del sistema sanitario, probabilmente avrebbe dovuto essere una questione affrontata con qualche mese di anticipo.
Secondo la lista stilata dalla maggioranza, il governo dovrebbe riservarsi la possibilità di varare ulteriori misure restrittive a seconda della gravità dei casi. Da una parte, dovrebbe “verificare, avvalendosi del Comitato tecnico-scientifico, in considerazione dei dati epidemiologici che evidenziano una significativa crescita dei contagi dell’infezione da Covid-19 sull’intero territorio nazionale, la necessità di individuare ulteriori misure di prevenzione per il contrasto alla diffusione del virus, in linea con gli indirizzi che il Parlamento riterrà
di formulare”.
Dall’altra, “valutare l’opportunità di adottare misure ulteriori, anche di carattere automatico, differenziandole sulla base della gravità territoriale della diffusione del virus, anche a livello provinciale e/o comunale, in relazione alla sostenibilità del relativo servizio sanitario e prevedendo altresì il contestuale ristoro economico per i soggetti che verranno direttamente e indirettamente penalizzati”.
Un altro punto fondamentale è quello sulla scuola, da garantire in presenza fin quando risulta possibile, cioè “nelle aree territoriali in cui la soglia dell’indice Rt non risulti fuori controllo”. Il punto fa “particolare riferimento ai nidi, alle scuole per l’infanzia, alla scuola primaria e secondaria di primo grado“. Per realizzarlo, dovranno essere assicurati “screening periodici e tamponi veloci a personale scolastico, Ata e ad alunni”. Importante sarà anche non ripetere gli errori del passato, dunque “predisporre misure volte a garantire la salute del personale e degli ospiti delle RSA e delle comunità residenziali e semiresidenziali predisponendo misure preventive come screening periodici”.
L’impegno del governo dovrà necessariamente concentrarsi anche sul sostegno al mondo del lavoro. Cosa che comporterà anche una nuova e ulteriore riflessione sul Mes. In primo luogo l’esecutivo dovrà “valutare l’opportunità di un nuovo ricorso all’indebitamento anche al fine di garantire e potenziare il sostegno al reddito ed ai lavoratori dei settori produttivi dalla pandemia e ad integrare progressivamente tali misure con politiche volte alla creazione di un ambiente idoneo all’esercizio dell’attività di impresa e capace di generare un sensibile incremento occupazionale”. E solo successivamente – dopo un preventivo ed apposito dibattito parlamentare e previa presentazione da parte del Governo di un’analisi dei fabbisogni e di un piano dettagliato dell’utilizzo degli eventuali finanziamenti – potrà “assumere ogni decisione sul ricorso alla linea di credito sanitaria del MES“.
La risoluzione infine pone l’accento sulla distribuzione del vaccino per il coronavirus in Europa. Il governo in quel caso dovrà “garantire il rafforzamento della Strategia europea per i vaccini, che permetta sviluppo, produzione e distribuzione di vaccini sicuri ed efficaci con un accesso equo, tempestivo e rigoroso per i cittadini europei, nonché a favorire ogni politica coordinata che fornisca una risposta europea comune alla pandemia, con informazioni obiettive sulla diffusione del virus e sugli sforzi efficaci per contenerlo”.
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