Covid, in crisi anche le scuole linguistiche: pioggia di licenziamenti

Il codice Ateco delle scuole di lingua non rientra tra quelli inseriti nel Decreto Ristori. Per questo motivo, la crisi causata dal Covid sta mettendo in ginocchio l’intero settore.

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Le scuole di lingua e cultura italiana sono molto frequentate dagli stranieri – meteoweek.com

Le disposizioni in materia sostegno economico per le attività che hanno subito uno stop a causa delle misure anti-Covid previste dal DPCM del 24 ottobre trascurano totalmente il settore della formazione linguistica in Italia, ed in particolare il settore dell’organizzazione dei soggiorni linguistici in Italia“. Parte da qui il comunicato redatto dall’Asils, associazione delle scuole di italiano come lingua secondaria. La motivazione è presto detta: gli istituti che insegnano la nostra lingua agli stranieri non rientrano nella categoria che può percepire il Decreto Ristori.

L’associazione svela che le scuole di Altra Formazione Culturale hanno un codice Ateco che rientra tra i beneficiari. Di contro, il codice appartenente alle Scuole e Corsi di Lingua non vi rientra e così le scuole non potranno usufruirne. Nella nota, Asils parla di “una grave omissione in quanto la filosofia del DPCM“, in quanto non viene offerto un ristoro più ampio alle categorie in estrema sofferenza. “Tutte le scuole – svela l’associazione – rientrano fra le aziende che hanno avuto perdite di fatturato fra il 75% e il 95% del fatturato. Nonostante il settore sia in questo momento “aperto”, di fatto è chiuso perché, operando solo con clientela straniera, gli studenti non ci sono e la didattica a distanza non è un’alternativa praticabile“.

A questo grido di allarme si aggiunge quello di Wolfgango Poggi, il presidente di Asils. Dalle sue parole emergono le difficoltà causate dal Covid e la richiesta di aiuto da parte dell’associazione: “Il nostro settore è in ginocchio da febbraio, prima a causa della chiusura delle nostre scuole per Decreto e, dopo la riapertura, per la quasi totale assenza di clientela, dovuta all’assenza di molti voli e al divieto di entrare in Italia per turismo rivolto a cittadini extraeuropei, che nelle nostre scuole rappresentano la prevalenza“. Questi mercati a cui fa riferimento Poggi sono Stati Uniti, Giappone, Russia, Brasile e Cina.

Il presidente di Asils, Wolfango Poggi – meteoweek.com

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Poggi spiega anche che “il ‘mercato’ europeo non ci ha dato molte possibilità di respiro poiché i Governi di molti paesi europei sconsigliavano, e talvolta vietavano, di recarsi in Italia a causa del rischio epidemiologico”. Per questo motivo, emergono delle difficoltà che vanno al di là delle questioni economiche: “La recrudescenza della pandemia di questi ultimi giorni – prosegue Poggi – ha di fatto messo fine alle nostre attività che, non potendo avvalersi di un “mercato interno”, si trovano in una situazione di assoluta emergenza finanziaria che mina alle basi la resistenza economica delle nostre aziende”.

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Dunque, la situazione delle scuole di lingua è ancor più aggravata da questa nuova ondata di Covid. Per questo motivo, Poggi pone l’accento sulle difficoltà della categoria e spiega che finora non c’è stato il sostegno delle autorità: “Ad oggi, se ci limitiamo alle sole scuole ASILS, sono a rischio oltre 1.000 posti di lavoro. Nonostante siano stati sollecitati numerosi esponenti dei Ministeri di nostra competenza (MIUR, MIBACT) nessuno si è fatto carico di un comparto – conclude il presidente di Asils – che nel 2019 valeva 100 milioni di euro”.

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