L’incremento nel numero di morti causato dal Covid-19 pesa sui cimiteri. A Roma file di bare nelle camere mortuarie. Per la cremazione è necessario attendere diversi giorni.
A Roma i cimiteri non riescono a gestire l’ingente incremento del numero di morti di ottobre, in parte dovuto alla seconda ondata dell’epidemia di Covid-19 che il Paese sta vivendo. I morti nel mese sono il +20% rispetto allo scorso anno. Ben 500 salme in più da tumulare oppure cremare. Molte di loro resteranno in attesa per giorni e giorni. Lo ha comunicato l’Ama Cimiteri Capitolini.
La gestione dei feretri nei cimiteri
L’Ama, poiché non c’è spazio per i morti di ottobre, ha imposto nuove misure che rispettino altresì le norme relative al contenimento della diffusione del Covid-19. Le salme in attesa di cremazione, dunque, poiché l’attesa è lunga, verranno spostate nel deposito del cimitero di Verano. Soltanto quando si avrà possibilità di attuare la cremazione torneranno al cimitero Flaminio. Un doppio trasferimento che metteranno in atto le agenzie funebri e che sarà a carico delle famiglie, sia in termini di spese che in termini di sofferenza. Questa sorte toccherà a ben 900 salme e 250 resti, attualmente in attesa.
Il provvedimento ha tuttavia fatto infuriare i gestori delle agenzie funebri. “Cinquecento morti in più in un mese è un numero importante ma non così tanto da giustificare un caos del genere“, dice il rappresentante di una società di servizi. I motivi, dunque, potrebbero essere legati ad una mala gestione dei cimiteri. “Il problema è storico, l’Ama non riesce a svolgere le attività quotidiane per diversi motivi e il risultato è che le camere mortuarie sono piene“, continua.
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Chi lavora nel settore ha ben chiari i malfunzionamenti, che sarebbero molteplici. “Le operazioni cimiteriali vengono effettuate fino alle 13.30, quindi chi arriva nel pomeriggio va in camera mortuaria. Idem per le tumulazioni private, per via della carenza di personale. In più il cimitero Laurentino è esaurito“, dice. Oltre alla recente riduzione del personale Ama. “L’azienda ha licenziato 16 persone per problemi comportamentali e non ha ancora assunto nessuno al loro posto“, spiega.
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Molti familiari dei defunti vorrebbero accelerare le pratiche di cremazione rivolgendosi ad impianti fuori dalla Capitale. In questo caso, tuttavia, dovrebbero pagare una tassa da 250 euro. “Permettere la cremazione fuori impianto servirebbe a decongestionare i cimiteri romani, ma ovviamente se i costi sono questi non lo fa nessuno“, sottolinea. Adesso, tuttavia, dovranno sostenere i costi per il trasporto dal cimitero Flaminio al cimitero di Verano. I lavoratori del settore delle agenzie funebri hanno diversi dubbi in merito a tale procedimento. “Riguardo la circolare, una cosa non chiara è questa: chi fa il secondo trasporto? Noi non abbiamo i mezzi. Lunedì – conclude – andremo a parlare col direttore del cimitero, sperando che ci riceva“.