I medici, dall’inizio dell’epidemia di Covid-19, sono sommersi da una valanga di denunce penali. A rivelarlo è Rosaria Iardino, presidente della fondazione The Bridge.
Da quasi un anno lottano in prima linea contro il Covid-19, venendo definiti “eroi” da tanti. Eppure, i medici sono sommersi da una valanga di denunce penali. La magistratura, in questo senso, non li difende. Oltre ad avere sulle spalle il peso delle vite umane, dunque, devono combattere contro le vicende giudiziarie. La gran parte delle denunce a carico degli operatori sanitari è stata registrata in Lombardia, una delle regioni più colpite dal virus. Lo ha denunciato Rosaria Iardino, presidente della fondazione The Bridge.
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Le denunce penali a carico dei medici
Rosaria Iardino, presidente della fondazione The Bridge, in un editoriale pubblicato sul Foglio, ha parlato delle numerose denunce penali a carico dei medici che combattono costantemente contro il Covid-19. “Da marzo sono passati molti mesi – scrive – e quelli che erano considerati eroi, dei quali si è osannato il sacrificio, rimangono esposti alla magistratura. Sono ancora tutti eroi, o l’eroismo del personale sanitario ha una scadenza come accade con il latte? Vedere la solidarietà collettiva che si sbriciola e lascia il posto all’egoismo individuale è deprimente“.
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E dunque lancia un appello sia alla politica che alla magistratura: “Che fine ha fatto lo scudo penale per il personale sanitario? Gli eroi della prima ondata di Covid-19 sono sommersi dalle denunce. La politica faccia qualcosa“, chiede Iardino. Ma le denunce non cambieranno il modus operandi dei medici. “Oggi, in questa seconda ondata, i nostri medici e i nostri dirigenti ospedalieri continueranno a fare quello che hanno sempre fatto, cioè curare e fare l’impossibile per salvare vite umane. Spero – conclude – che il Parlamento decida, veramente, di prendersi cura di tutti loro perché ne hanno diritto“.