Covid, chiusa scuola media Roma: troppi bidelli positivi e in quarantena

E’ quanto avvenuto nella scuola media Sinopoli, quartiere Salario, nel II municipio di Roma. La scuola è stata chiusa per due settimane a causa della mancanza di collaboratori scolastici. La causa? Tamponi positivi al coronavirus, isolamento fiduciario e obbligo di restare all’interno delle zone rosse. 

coronavirus scuola - meteoweek.com
(Da Getty Images)

Chiude per due settimane la scuola media Sinopoli di Roma, nel quartiere Salario, presso il II municipio. Una chiusura che quindi terminerà, teoricamente, il 13 novembre. A causare il provvedimento della dirigente scolastica Annunziata Di Rosa, la carenza di collaboratori scolastici, impossibilitati a lavorare a causa di tamponi positivi al coronavirus, isolamento fiduciario e obbligo di restare all’interno delle zone rosse. Oltre ai cosiddetti bidelli, tanti anche i docenti in quarantena. Così la preside alza bandiera bianca: “Non è possibile garantire la sicurezza degli alunni perché non c’è organico sufficiente per la sorveglianza delle classi”. Una chiusura che, sicuramente, cambia le carte in tavola per scuola e famiglie. Secondo l’assessore alla scuola del II Municipio, Emanuele Gisci, il provvedimento preso rappresenta “un grosso problema, in un plesso che conta circa 400 studenti. Noi stiamo affrontando un lavoro enorme, in rete con la Asl Roma 1, per assicurare il regolare svolgimento delle lezioni in presenza. Ma, con l’aumento costante dei contagi, quest’opera sta diventando sempre più difficile”.


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A Roma, intanto, la situazione scuole si complica sempre di più. Ogni scuola, infatti, sembra aver adottato un principio differente: alcuni confermano la didattica a distanza tout court, altri sembrano propensi ad applicare la Dad solo al 75% delle ore. Non c’è una linea corretta e una sbagliata, sembra dire Rocco Pinneri, direttore dell’Ufficio scolastico regionale: “Il decreto prevede per le superiori ‘almeno’ il 75% della didattica a distanza dunque tutti i provvedimenti sono legittimi, anche quelli dei dirigenti che scelgono il 100%: sono loro ad avere il polso della situazione. E capisco che riformulare un orario in certe condizioni si può rivelare estremamente complesso, dunque non entro nel merito delle scelte di ciascun istituto. Quindi, dal canto mio nessuna spinta, se non nel tutelare i disabili e le attività di laboratorio: se ho un alberghiero e non porto mai i ragazzi in cucina, ha poco senso”. Insomma, è legittimo adattare la didattica alla singola situazione, perché ogni situazione è diversa. Ed effettivamente così sta accadendo. Nel Newton di viale Manzoni, ad esempio, si conferma la didattica a distanza al 100% anche per la prossima settimana: erano 7 le classi in quarantena.


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Intanto sale l’insofferenza dei presidenti dei consigli di istituto dei licei Montale, Kennedy, Morgagni, Farnesina e Albertelli. Al centro del discorso, il sovraffollamento dei mezzi di trasporto e l’obbligo di ingresso dopo le 9: “È incredibile dover discutere, a fine ottobre, su quali siano i veri orari di punta a Roma, andava svolto un lavoro dalla scorsa estate per essere pronti a gestire il traffico già all’apertura delle scuole: se non sarà possibile anticipare l’orario di entrata alle 8, per non costringere gli studenti a uscire alle 15, le scuole si vedranno costrette a ridurre le ore d’aula a 50 o 45 minuti, sottraendo altra attività formativa”.

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