Il Parlamento Europeo e il Consiglio trovano ancora divergente sul bilancio dell’Unione Europea a 7 anni. Ci si sofferma soprattutto sui costi del debito comune, che devono poi finanziare il Recovery Fund.
Tornano vivaci e aspri gli scontri all’interno del Parlamento e del Consiglio Europeo. Al centro del contendere, come accade ormai da diverse settimane, c’è sempre la situazione attorno al Recovery Fund. La tanto attesa potenza di fuoco che l’Unione Europea ha previsto per i Paesi europei travolti dalla crisi sanitaria e dall’emergenza Covid, tarda ancora ad arrivare. E questo ritardo, che ormai si protrae da una quantità eccessiva di tempo, è legato soprattutto alla mancanza di un accordo tra i vertici del Parlamento e quelli del Consiglio.
Il dibattito resta sempre legato ai fondi da destinare al Bilancio dell’Unione Europea nel periodo tra il 2021 e il 2027. Naturalmente questo bilancio va approvato entro la fine dell’anno, in modo da dare il via ai lavori a partire dal prossimo anno. Ma nel frattempo la trattativa non sembra in procinto di sbloccarsi, proprio a causa di una evidente divergenza di vedute. In particolare, si sta discutendo sul modo in cui bisognerà fronteggiare i costi del debito comune dell’Unione Europea. Da questo nodo, non appena ci sarà l’accordo, si sbloccherà la querelle sul Recovery Fund.
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Ma in questo momento, come abbiamo detto, non sembrano esserci margini affinchè questo stato di empasse si sblocchi. I dibattiti e i negoziati all’interno dell’Unione Europea proseguono senza soluzione di continuità. Ma l’ultima mossa tentata dal Parlamento Europeo rischia di creare una spaccatura. La delegazione dei negoziatori dell’Eurocamera ha svelato la presentazione di un compromesso all’indirizzo del Consiglio Europeo. I suoi membri, però, hanno deciso di respingerlo in maniera secca, in quanto è stato considerato inadeguato al contesto.
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Non si è fatta attendere la reazione da parte del Parlamento Europeo. Alcuni esponenti di Bruxelles hanno attaccato in maniera aspra l’atteggiamento del Consiglio Europeo, per una posizione considerata “miope e irresponsabile“. La nota congiunta inviata dagli esponenti del Parlamento potrebbe portare a una nuova spaccatura nella trattativa. Nel frattempo, però, gli Stati membri attendono che questa empasse si sblocchi in maniera definitiva. Anche perchè ci sono in gioco diverse decine di miliardi di euro che servono per il rilancio dell’economia e della vita quotidiana.
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