Botta e risposta tra la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sulle misure del nuovo Dpcm.
Continua il dibattito con le opposizioni sul nuovo Dpcm. Dopo la firma del provvedimento da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sono iniziate a piovere le critiche da parte del centrodestra. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si sono schierati dalla parte dei lavoratori, cavalcando l’onda della rabbia dei cittadini scesi nelle piazze di tutta Italia per protestare contro le chiusure.
Tra coloro che accusano le decisioni dell’esecutivo, Giorgia Meloni è particolarmente agguerrita. La leader di Fratelli d’Italia ha ribadito la sua posizione in un post sulla sua pagina Facebook, in cui ha chiesto al premier Conte di fornire i dati sui quali si è basato per decretare la chiusura anticipata o totale di determinate attività commerciali.
“Conoscere le evidenze scientifiche e i dati sulla base dei quali il Governo ha deciso la chiusura di palestre, piscine, cinema, teatri, bar e ristoranti: è questa la richiesta chiara e semplice che oggi Fratelli d’Italia ha rivolto al presidente del Consiglio Conte”, ha scritto Meloni sui social media.
E ha continuato: “Una domanda che non ha ricevuto risposte: Conte non ha fornito dati, non ha dato numeri, non ha spiegato quali fossero le evidenze scientifiche a giustificazione del suo ultimo Dpcm. Basta passerelle, dirette Facebook e conferenze stampa convocate in orari di massimo ascolto per i tg: l’Italia chiede e pretende risposte concrete, in gioco c’è il futuro di milioni di italiani”.
La risposta del premier non si è fatta attendere, ed è arrivata oggi – giovedì 29 ottobre – durante l’informativa alla Camera dei deputati sull’ultimo Dpcm anti Covid. “Stabilendo le restrizioni del dpcm non abbiamo agito secondo criteri arbitrari o operando un’impropria gerarchia di valori tra attività”, ha dichiarato Conte. E ha aggiunto: “Il Cts ha approvato il decreto e ha risposto al nostro invito a migliorarlo con alcune modifiche, da noi accolte”.
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Poi il presidente del Consiglio è entrato nello specifico per spiegare le ragioni che hanno portato l’esecutivo a varare il provvedimento. “Vorrei ribadire che la scelta di sospendere o ridurre le attività in alcuni settori non deriva dal mancato rispetto di misure di sicurezza, che sono state adottate anche a prezzo di sacrifici, ma una scelta così radicale e dolorosa è legata all’esigenza di ridurre un contagio diffuso e esponenziale, riducendo le occasioni di socialità, specie in quei contesti in cui è più facile che venga abbassata la guardia”, ha sottolineato Conte.
Dunque ad aver portato il Governo a chiudere alcune attività non è stata una questione di numeri e di diffusione dei contagi. Bar, ristoranti, palestre, cinema e teatri sono stati penalizzati in quanto luoghi di aggregazione, in cui è più facile che si creino assembramenti.
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