foto di repertorio - Covid regno unito lockdown
Preoccupanti i numeri registrati da una ricerca nel Regno Unito: nel Paese potrebbero essere in realtà 100.000 i contagi quotidiani da Covid-19. Ma l’esecutivo scansa con forza un nuovo lockdown.
Preoccupante la situazione del Regno Unito. Secondo quanto riporta un’indagine condotta dall’Imperial College di Londra in collaborazione con l’istituto demoscopico Ipsos-Mori, che ha tenuto conto di un campione di circa 85.000 persone, potrebbero essere 100.000 i contagi quotidiani attuali da coronavirus nella sola Inghilterra. Numeri che si ottengono sommando i casi non diagnosticati a quelli ufficiali, ottenuti dai censimenti giornalieri relativi ai tamponi (24.700 ieri nell’intero Regno Unito), e che pronosticano una tendenza al raddoppio ogni 9 giorni – come osservato nelle ultime settimane.
Eppure, riportano le fonti locali, l’esecutivo britannico di Boris Johnson continua per ora a resistere alle pressioni della task force di esperti, che sta già invocando a un nuovo lockdown o un semi-lockdown nazionale bis, sul modello delle restrizioni appena annunciate dalla Francia e dalla Germania.
Secondo quanto rilevato dai ricercatori dell’Imperial College London, la diffusione del virus sta continuando ad accelerare in tutta la Gran Bretagna. Per questo la comunità scientifica chiede al governo che, in un momento “critico” come questo, “qualcosa deve cambiare” nella strategia di contrasto del virus. Una strategia più decisa e contenitiva è tra l’altro invocata anche dal leader dell’opposizione laburista, Keir Starmer, che sta sollecitando il primo ministro Johnson a introdurre “un blocco nazionale” di almeno due settimane per permettere alla curva dei nuovi contagi di tornare in picchiata.
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Una richiesta, questa, che vede l’esecutivo ancora recalcitrante. Nonostante il governo britannico sia stato infatti fra i primi in Europa a ripristinare le restrizioni draconiane locali a seguito della seconda ondata della pandemia, al momento sta cercando di evitare quanto possibile una nuova chiusura generalizzata.
Tant’è che proprio questa stamattina, intervistato dalla BBC, il ministro delle Aree Urbane Robert Jenrick ha ribadito come l’ala conservatrice stia ancora lavorando per “evitare un confinamento nazionale generalizzato”. Lavori che proseguono nonostante le pressioni pervenute persino da una buona fetta dei deputati della maggioranza – così come anche dai settori sociali e del business, e dai vari leader di partito locali.
“Non abbiamo sul tavolo, ad oggi, il piano di un lockdown nazionale vero e proprio“, ha dunque sottolineato Jenrick davanti i giornalisti, spiegando poi come una soluzione del genere rischi di trasformarsi piuttosto in una strategia “distruttiva per la vita della popolazione, il suo sostentamento, la sua salute rispetto ad altre malattie ed il benessere” economico del Paese.
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