Un nuovo lockdown avrebbe conseguenze gravissime per il settore del turismo. In base a una stima dell’Istituto Demoskopika, infatti, salterebbero ben 440 mila posti di lavoro.
Un nuovo lockdown dettato dalla seconda ondata del Covid-19 potrebbe causare danni irreparabili al settore del turismo. Uno studio dell’Istituto Demoskopika effettuato sulla base di dati rilevati da fonti statistiche come Siope, Banca d’Italia, Istat, UnionCamere e Cerved mostra risultati allarmanti. Soltanto nei due ultimi mesi dell’anno, novembre e dicembre, una chiusura dei confini regionali e nazionali causerebbe all’Italia una una contrazione della spesa pari a circa 4 miliardi di euro. Verrebbero a mancare, infatti, 13 milioni di arrivi e 35 milioni di presenze.
La crisi del turismo
Perdite di questo ammontare, dettate da un eventuale nuovo lockdown, porterebbero milioni di aziende al fallimento. In particolare, in base alle stime dell’Istituto Demoskopika, chiuderebbero i battenti quasi 100 mila imprese del comparto turistico italiano a causa di una ulteriore perdita di solidità finanziaria rispetto ai mesi precedenti. La contrazione del fatturato potrebbe risultare pari a circa 23 miliardi di euro. Una crisi che, inevitabilmente, si ripercuoterebbe sul mercato del lavoro. A perdere il posto sarebbero, infatti, oltre 440 mila dipendenti. Un nuovo lockdown causerebbe ingenti perdite anche alle casse comunali: in soli due mesi i mancati incassi ammonterebbero a oltre 84 milioni di euro.
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A lanciare un allarme sul medesimo tema, qualche giorno fa, era stata l’Organizzazione mondiale del Turismo (Omt). Uno studio da quest’ultima pubblicato, infatti, aveva evidenziato che nei primi otto mesi dell’anno il settore aveva raccolto, proprio a causa dei numerosi lockdown istituiti in tutto il mondo, ben il 70% in meno degli incassi rispetto all’anno precedente. Una perdita da 730 milioni di dollari a fronte di 700 milioni di arrivi di turisti in meno. I paesi più colpiti sono stati quelli dell’Asia (un calo del 79%), mentre i meno colpiti quelli degli Stati Uniti (un calo del 65%). L’Omt, nel dettaglio, imputa questi dati soprattutto alla lentezza dei paesi nella gestione della pandemia di Covid-19 e nella mancanza di risposte efficienti, oltre che celeri, nella maggior parte dei casi.
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La leggera ripresa avuta nei mesi estivi non sarebbe affatto sufficiente a migliorare la situazione, soprattutto adesso che l’ombra di una nuova chiusura totale aleggia sui diversi paesi, su cui si sta abbattendo una nuova ondata di Covid-19. A preoccupare, infatti, adesso sono le vacanze di Natale, che in molti negli scorsi anni erano abituati a trascorrere fuori dal proprio paese. Ciò nella gran parte dei casi quest’anno non sarà possibile. La Farnesina ha infatti sconsigliato i viaggi in queste settimane, soprattutto in Europa, dove i dati relativi al virus sono preoccupanti. La ripresa per il settore del turismo, secondo l’Omt, non arriverà prima della fine del 2021.