I pronto soccorso chiusi sono quelli degli ospedali di Giaveno, Venaria Reale, Nizza Monferrato, Lanzo, Ceva, Carmagnola e Cuorgnè. Non è previsto il mantenimento del servizio nemmeno nelle ore diurne.
La situazione del Covid-19 nel nostro Paese si fa ogni giorno sempre più pressante. I numeri parlano chiaro e non lasciano spazio a troppe interpretazioni, per quella che è tornata a essere un’emergenza a tutti gli effetti. Stanno cambiando i contorni della circolazione del virus rispetto a qualche mese fa. Ci sono molti più casi di positività senza sintomi, che necessitano di isolamento domiciliare, anche se aumentano giorno dopo giorno anche i ricoveri in ospedale. E proprio la situazione sanitaria, in particolare nei pronto soccorso, si sta facendo sempre più pesante.
Tanto che non mancano le prime mosse di assoluta emergenza in alcune regioni del nostro Paese. Come nel caso del Piemonte, dove la giunta diretta dal governatore Cirio ha preso una decisione pesante. È stata imposta con effetto immediato la chiusura del pronto soccorso in ben sette ospedali della regione. Si tratta dei punti di primo intervento situati a Giaveno, Venaria Reale, Nizza Monferrato, Lanzo, Ceva, Carmagnola e Cuorgnè. Una mossa decisa e particolarmente grave, considerando però anche le condizioni in cui si poteva lavorare in questi sette pronto soccorso.
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Le indicazioni per la chiusura di questi sette punti di primo intervento sono ben precise. Queste riguardano il lasso delle 24 ore, pertanto non sarà possibile nemmeno ricevere pazienti in orario diurno, come era stato ipotizzato in un primo momento. L’unità di crisi della Regione Piemonte ha fornito la spiegazione per cui si è proceduto alla chiusura dei sette pronto soccorso di cui sopra. La decisione è stata presa “in considerazione della rapida progressione dell’epidemia Covid e della carenza di personale“. Dunque alcune zone del Piemonte versano in condizioni davvero complicate.
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Ma non c’è solo la chiusura di questi sette punti di primo intervento a preoccupare in Piemonte. L’unità di crisi del governo regionale, infatti, ha disposto in tutti e sette gli ospedali coinvolti dal provvedimento anche la sospensione di tutte le attività ordinarie di ricovero. Sospese a tempo indeterminato anche le prestazioni dal punto di vista ambulatoriale non urgente. Verranno proseguite le attività oncologiche all’interno dei sette ospedali. Il personale medico e sanitario che opera in questi settori verrà spostato sulle attività di emergenza.
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