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Politica

Contagi in aumento, Galli: “Il lockdown ci sarà, resta da capire quando”

Massimo Galli, del Sacco di Milano, si è espresso sulla situazione sanitaria dell’Italia durante la trasmissione Agorà, su Rai 3.

Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano. Credit: Facebook

In Italia c’è aria di lockdown. Non si sa quando arriverà, ma diversi esperti sono convinti che sia vicino. Ad esempio Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, che durante la trasmissione Agorà, su Rai 3, ha espresso le sue convinzioni. Secondo il virologo, la situazione sanitaria nel Paese è a un livello allarmante.

“Da una parte – ha detto Galli – la curva (dei contagi, ndr) sale secondo le previsioni. Dall’altra probabilmente, ma devo verificarlo, forse oltre le previsioni. E questo è estremamente allarmante. Ed è lì da vedere anche la situazione degli ospedali”. Se è vero che il numero dei nuovi casi positivi è alto perché vengono fatti più tamponi rispetto ai mesi di marzo e aprile, è anche vero che il numero dei ricoveri sta crescendo giorno dopo giorno.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato ieri – mercoledì 28 ottobre – che l’Italia si trova nello scenario 3 dell’emergenza Covid. Ed è anche in rapido peggioramente. Questo, stando alle parole del virologo, significherebbe che le nuove misure restrittive contenute nell’ultimo Dpcm non bastino “a fermare, almeno in modo accettabile, questo fenomeno” di diffusione incontrollata del virus.

“Vuol dire praticamente che già l’intero sistema sanitario è coinvolto al punto da fare molta fatica a rispondere a qualsiasi altra necessità dei cittadini dal punto di vista della salute. E questo è l’aspetto che io trovo uno dei più angoscianti e preoccupanti. E significa che probabilmente andiamo verso una soluzione vicina a quella della Francia. Ricordiamoci che li abbiamo esattamente avanti a noi, anche se di poco”, ha spiegato Galli.

Infatti, stando ai dati aggiornati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l’Italia è attualmente il quinto paese al mondo per numero di contagi. Prima ci sono, in ordine, Stati Uniti, India, Francia e Regno Unito. Tra questi la Francia ha annunciato ieri un nuovo lockdown nazionale – ma con le scuole aperte – da venerdì prossimo, 30 ottobre. E per l’infettivologo di Milano, lo stesso destino spetta all’Italia. Si tratta solo di capire quando arriveremo alla situazione francese, non se vi arriveremo”.

La situazione del coronavirus in Italia. Credit: sito della Protezione Civile

Galli ha poi preso in considerazione le conseguenze che una nuova chiusura generalizzata potrebbe causare, anche alla luce delle proteste dei lavorati scoppiate a seguito delle misure restrittive emanate dal governo. “A me l’idea di un nuovo lockdown totale sconvolge abbastanza per tutto quello che va a significare. Io mi auguro veramente che si riesca a mettere in piedi quanto basta per riuscire a limitare i danni e riuscire a venirne fuori senza arrivare a questo. Però temo che si sia molto vicini soprattutto in determinate aree del Paese”, ha sottolineato l’infettivologo ad Agorà.

L’ospedale Sacco di Milano si trova in condizioni allarmanti: 19 pazienti intubati, 47 persone in Cpap (ventilazione meccanica a pressione positiva continua) su 300 ricoverati, e i posti disponibili per i pazienti Covid già pieni. Per questo, ha spiegato Galli, “l’ospedale a oggi ha attivato oltre 300 letti per il ricovero Covid. Abbiamo già riconvertito di tutto e di più. L’ortopedia non è più un’ortopedia, ma è un reparto Covid per capirci”. Il rischio è che non ci siano posti per le persone affette da altre malattie, ma non si poteva fare altrimenti dal momento che anche questo “probabilmente non basterà.

Nell’esporre la situazione sanitaria di Milano, l’infettivologo ha criticato anche giornalisti e commentatori che continuano a minimizzare l’emergenza, confondendo l’opinione pubblica e alimentando il negazionismo. “Qualcuno che si candida a premio Pulitzer trova vuoto il pronto soccorso di un ospedale e neanche domanda se per caso non era stato chiuso per eccesso di arrivi di malati. Ma succede questo nel Belpaese”, ha raccontato Galli.

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E per amore di precisione, infine, ha specificato che i dati emersi durante l’intervista si riferiscono solo al suo ospedale: il Sacco di Milano. “La situazione è decisamente pesante. Anche per sostenere gli sforzi di tutti i collaboratori, dico che stiamo tenendo duro e anche parecchio. Ma più di tanto non puoi tirare la corda, perché rischia di spezzarsi“. Fa riferimento a “determinati giornalisti” che, “pur di sottolineare in senso diminutivo le realtà per interessi che lascio chiaramente interpretare a chi vuole interpretarli, fanno anche della disinformazione rispetto alla realtà vera delle cose”.

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