Covid, trovato tessuto resistente al virus: si può usare per giacche e sedili. Lo ha messo a punto l’azienda svizzera Technow
È in arrivo un tessuto anti Coronavirus che, tramite grafene nel filato, può abbattere la carica virale del morbo del 99%. Lo ha messo a punto la Technow, società svizzera specializzata in soluzioni innovative nel settore tessile. Nello specifico, si tratta di un tessuto ottenuto dall’estrusione del grafene usato direttamente nella fase di produzione del filo. Il grafene elimina il virus depositato diminuendo le probabilità di trasmissione.
“Il grafene è un materiale di recente scoperta costituito da un singolo strato di atomi di carbonio che ha caratteristiche fisiche incredibili“, spiega Francesco Lazzati, tra i fondatori dell’azienda. “Dopo numerose sperimentazioni siamo riusciti a inserire una percentuale di grafene direttamente nel filato, combinando le comprovate caratteristiche termiche con quelle antivirali e cercando di soddisfare le nuove esigenze tessili che sono insorte a seguito della pandemia. Questo risultato è stato ottenuto mediante la sola aggiunta del grafene al filato evitando l’utilizzo dei tradizionali trattamenti chimici per conferire proprietà antibatteriche ai tessuti“.
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La Technow ha sottoposto un tessuto a maglia per il test antivirale. “Il tessuto oggetto del test era composto per il 90% di rayon a base grafenica al 2,5%, con l’aggiunta di un 10% di elastomero per conferirne elasticità. Dato che l’elastomero non ha proprietà antibatteriche, possiamo dire che il tessuto testato presentava una concentrazione di grafene di circa il 2%”.
Tale test, “attuato nel rispetto della normativa di certificazione Iso 18184:2019, ha previsto l’inoculazione del virus, in questo caso il Covid-19, e il controllo della sua sopravvivenza a due ore di distanza”, prosegue Lazzati. Ne è conseguito che “il tessuto ha superato il test registrando una riduzione della carica virale del 98,83%. È possibile pertanto affermare che il grafene applicato nella percentuale minima del 2% conferisce al tessuto proprietà antivirali intrinseche”.
Come si potrebbe utilizzare dunque il suddetto tessuto. Lazzati ipotizza che “una prima ipotesi di utilizzo è quella delle mascherine: il tessuto potrebbe essere il guscio all’interno del quale inserire dei filtri; sarebbe poi sufficiente sostituire questi ultimi per avere sempre un dispositivo di protezione di elevata efficacia. Ma è ipotizzabile anche utilizzarlo per farne delle sciarpe o i baveri delle giacche. E, visto che è il filato ad avere la base grafenica antivirale, sarebbe possibile ottenere anche dei tessuti per arredo o, banalmente, delle coperture per i sedili dei veicoli”, chiosa.