Il settimanale satirico Charlie Hebdo ancora sotto accusa. La copertina su Erdogan non è stata vista di buon occhio dalla Turchia, che ha aperto una procedura giudiziaria mettendo sotto inchiesta la rivista.
La rivista satirica Charlie Hebdo, divenuta nota in tutto il mondo per l’attentato subito nel 2015 da Al-qaeda, era tornata agli onori di cronaca soltanto qualche settimana fa a causa del professore ucciso a Parigi per avere mostrato ai suoi alunni una vignetta su Maometto realizzata proprio dalla redazione di Gérard Biard. Le sue pagine, adesso, fanno nuovamente discutere. La copertina dell’edizione uscita mercoledì 28 ottobre nelle edicole, con protagonista Recep Tayyip Erdogan, ha infatti fatto infuriare la Turchia, tanto che la procura generale di Ankara ha aperto un’inchiesta contro il settimanale. I vertici del governo turco, intanto, si sono scagliati contro il presidente francese Emmanuel Macron.
L’ultima copertina della rivista Charlie Hebdo ha come protagonista Recep Tayyip Erdogan. Il presidente turco viene rappresentato in mutande sul divano con una bibita in mano, mentre alza la veste di una donna musulmana velata che regge un vassoio con due calici di vino. Quest’ultima resta con il fondoschiena totalmente scoperto e urla: “Uuuuh, il profeta!“. Il titolo della vignetta, che porta la firma di Alice, è “Erdogan, nel privato è molto divertente”.
La Turchia ha avviato una procedura giudiziaria nei confronti della rivista. Parole di condanna, inoltre, arrivano dai vertici turchi. “Condanniamo con la più grande fermezza l’ultima edizione della rivista francese Charlie Hebdo, che non ha rispetto per alcun credo, alcuna sacralità e alcun valore“. ha scritto su Twitter Ibrahim Kalin, portavoce del presidente. “L’obiettivo di queste pubblicazioni senza morale e decenza è di seminare odio e ostilità”, ha aggiunto. Lo stesso Recep Tayyip Erdogan ha successivamente criticato le pubblicazioni del giornale satirico, definendo i suoi redattori delle “canaglie”. Inoltre, è tornato a condannare in particolare le vignette su Maometto. “La mia collera non è dovuta all’attacco ignobile contro la mia persona, ma agli insulti contro il profeta“, ha spiegato.
Anche Emmanuel Macron è stato accusato di “blasfemia”, in quanto continua a concedere libertà di espressione ai giornali. Recep Tayyip Erdogan è addirittura giunto a sostenere che il capo di stato della Francia possa avere dei problemi di salute mentale. “Trasformare la libertà d’espressione in ostilità verso la religione e il credo non può essere altro che espressione di una mentalità malata“, ribadisce il portavoce Ibrahim Kalin. “Chiunque abbia buon senso dovrebbe condannare e respingere queste pubblicazioni abominevoli“.
Non è la prima volta che le vignette su Recep Tayyip Erdogan fanno infuriare la Turchia. Pochi giorni fa, infatti, l’avvocato del presidente aveva presentato denuncia nei confronti di Geert Wilders, leader di estrema destra olandese che aveva pubblicato su Twitter un’altra vignetta sul governatore. In essa quest’ultimo aveva una bomba sulla testa e veniva definito un “terrorista“.
Le proteste del mondo dell’Islam contro la Francia non si sono fermate alla rete. Tanti cittadini di diversi paesi musulmani, dal Bangladesh alla Turchia stessa, sono scesi in piazza. Il coro unanime è: “Bisogna punire Macron“. Il presidente francese è stato persino definito un adoratore di Satana. L’obiettivo dei manifestanti è di boicottare i prodotti provenienti dalla Francia, come richiesto proprio dal capo dello stato turco Recep Tayyip Erdogan. Molti negozi di generi alimentari hanno dunque affisso cartelli in cui annunciano che non intendono vendere prodotti francesi. L’Università del Qatar, invece, ha annunciato di aver rinviato la ‘Settimana della cultura francese’ ad una data indefinita.
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Il boicottaggio delle importazioni francesi, tuttavia, non sarebbe l’unica mossa che i paesi islamici intendono attuare. “Non è sufficiente. i blasfemi dovrebbero subire conseguenze. La comunità islamica dimostrerà la sua lealtà al Profeta“, questa la minaccia dei talebani del Pakistan.
L’Unione Europea intanto ha manifestato la propria vicinanza alla Francia. “Gli appelli a boicottare i prodotti di tutti gli Stati membri allontaneranno ancora di più la Turchia dall’Ue“, sottolinea la Commissione. Inoltre, ha ricordato gli impegni sugli accordi bilaterali di libero scambio.
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