Nuovo Dpcm, i ristoratori di Roma: “Così non lavoriamo più” [VIDEO]
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Marco Pica, titolare del ristorante Mezzo, intervistato da Meteoweek. Credit: Video Meteoweek
Alcuni ristoratori storici di Roma, intervistati da Meteoweek, commentano il nuovo Dpcm che prevede la chiusura anticipata alle 18.
“Sembra – aggiunge il titolare – che noi siamo il capro espiatorio. Siamo la categoria più massacrata”. Dopo circa due mesi di chiusura durante il lockdown, infatti, bar e ristoranti sono stati i primi a essere colpiti dalle misure restrittive per contenere la seconda ondata di contagi da coronavirus. Prima con la chiusura anticipata a mezzanotte, ora alle 18. Persino il premier ha riconosciuto lo sforzo fatto dagli imprenditori e dai lavoratori della ristorazione, assicurando l’impegno del governo nell’adottare provvedimenti di sostegno per la categoria.
Eppure, come denunciano tutti i ristoratori interpellati da Meteoweek, gli impiegati sono ancora in attesa della Cassa integrazione richiesta durante il lockdown dello scorso marzo. “Richiederemo la Cassa integrazione per tutti. Quella di maggio deve ancora arrivare per tutti i ragazzi che stanno qui”, aggiunge Pica.
Senza contare il fatto che, tra la fine del lockdown e l’inizio delle misure restrittive, i ristoratori hanno speso per mettere in regola i locali e renderli sicuri: dalla sanificazione dei locali, ai gel disinfettati ovunque, passando per le mascherine gratuite, i QR code per i menù digitalizzati, i tavoli distanziati. Ma comunque – ribadisce Pica con amarezza – si torna al punto di partenza, “ci fanno chiudere”.
Anche nel Centro di Roma, la Cassa integrazione stenta ad arrivare. “La Cassa integrazione è arrivata perché il proprietario l’ha anticipata, ma ora dovremo mettere altre persone in Cassa integrazione”. Il discorso è logico: meno ore lavorative vengono coperte da meno persone.
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