Ema Stokholma è una dj e apprezzata conduttrice radiofonica e televisiva ma, prima di diventare un volto noto della Rai, ha vissuto una “vita al limite”.
Scappata da casa quando aveva solo 15 anni per fuggire alle violenze della madre, Ema Stokholma è arrivata a Roma sperando di potersi far aiutare dal padre. Anche in quel caso, però, le venne sbattuta una porta in faccia ma, per una che “da bambina ha vissuto l’inferno”, nulla poteva essere irrisolvibile né poteva spaventarla.
Intervistata da Il Messaggero, la Stokholma ha raccontato la sua “vita al limite” dopo il rifiuto del padre – “Il nostro rapporto devo ancora risolverlo” – e l’inizio della carriera da modella che ha deciso di interrompere per andare a vivere per le strade di Londra.
“[…]Ero alta e magra, tutti mi dicevano che avrei dovuto fare la modella, e così feci. Avevo le misure da mannequin e Laura Biagiotti e Fendi mi cucivano addosso le collezioni, viaggiavo in tutta Europa – ha raccontato lei – . Credevo che Roma sarebbe stata la mia salvezza, e mi sbagliavo. Ho cominciato a stare meglio a 30 anni. Prima ho voluto farmi del male da sola, era il modo per esistere. Scelsi la vita più difficile, quella della strada. Così partii. Da sola e senza un soldo”.
Per chi ha affrontato le violenze della madre fin da bambina, un viaggio senza soldi e senza meta non poteva rappresentare un pericolo.
Così, approdata nel Regno Unito, ha deciso di imbruttirsi – “tagliai i capelli lasciandomi solo un lungo dread, feci mille piercing…” – e di andare a vivere nelle case occupate.
“Dormivo negli squat, le case occupate, a volte così malandate e puzzolenti che era meglio la strada. C’erano un sacco di ragazzi italiani – ha ricordato Ema – . Mi è capitato di rubare cibo e vestiti nei supermercati, per me e i miei amici. Mi è capitato anche di mangiare dalla spazzatura, fuori dai McDonald’s. Non me ne vergogno”.
La vita da squatter di Ema Stokholma è andata avanti per due anni, poi si è resa conto che continuare così l’avrebbe portata solo a morire giovane.
“Andavo a un sacco di rave, era una vita al limite. Un giorno mi sono detta: se vado avanti così muoio. Sono tornata – ha continuato a raccontare la dj che, dal prossimo 2 novembre condurrà su Rai 4, dalle 23.15, Stranger Tape in Town – . Ripresi con la moda, e poi iniziai a fare la cubista […] (Nelle discoteche, ndr) mi sono resa conto che avevo molto più gusto musicale di tanti che sentivo e venivano anche pagati bene. Così con i guadagni di qualche sfilata ho comprato un mixer e ho iniziato a suonare nei locali. Era il 2009”.
Il lavoro da dj, però, la Stokholma ha deciso di metterlo da parte per dedicarsi alla radio e alla tv, sposando appieno il progetto della direttrice di Rai Radio2 Paola Marchesini, che ha deciso di affidarle un programma sui protagonisti della trap italiana e sulle periferie in cui sono cresciuti.
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