Il decreto contenente misure economiche per arginare le conseguenze delle restrizioni imposte con l’ultimo Dpcm dovrà aspettare almeno la giornata di oggi per l’approvazione al Consiglio dei ministri. Sul tavolo: aiuti raddoppiati per i settori che hanno subito chiusure totali, aiuti confermati o incrementati per tutti gli altri.
All’interno del governo si lavora alle nuove misure economiche per tentare di arginare gli effetti delle nuove chiusure imposte con l’ultimo Dpcm. Mentre su tutto il territorio nazionale si mobilitano manifestazioni di dissenso da parte dei lavoratori dei settori più colpiti, a Palazzo Chigi si tenta di rammendare la ferita inferta dalle nuove restrizioni con nuovi aiuti economici: il decreto di sostegno all’economia dovrà aspettare almeno la giornata di oggi per l’approvazione al Consiglio dei ministri. Prima dell’ufficializzazione, infatti, il governo ha intenzione di confrontarsi con le categorie interessate. Intanto sul tavolo: aiuti raddoppiati per i settori che hanno subito chiusure totali e aiuti confermati o incrementati per tutti gli altri. L’idea, ormai abbastanza definita, sarebbe di includere nella manovra economica: ristori automatici alle imprese, le misure fiscali, il prolungamento della cassa integrazione almeno a fine anno, le indennità per stagionali e lavoratori dello sport e dello spettacolo, una ulteriore rata del reddito di emergenza ed anche una riedizione del bonus centri storici. La missione del governo sarebbe, a questo punto, ricavare il necessario per l’attuazione delle misure, circa 5 miliardi, dalle risorse rese già disponibili quest’anno e ancora immobili, evitando uno sforamento nei conti di Stato e quindi l’esigenza di un nuovo scostamento di bilancio.
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Al centro della manovra, come già evidenziato, i settori più colpiti dalle strette: discoteche, cinema, teatri, palestre, sale Bingo e altre strutture costrette a una chiusura totale. Per loro sarebbe previsto un aiuto finanziario pari al doppio rispetto a quello già ricevuto a giugno, aiuto dispensato con bonifico dell’Agenzia delle Entrate. Per tutte le attività e i settori che, invece, andranno incontro a una chiusura parziale, viene confermata la somma al 100%. Tra questi: bar e ristoranti, con chiusura alle 18. Ai titolari delle attività non spetterà dimostrare nulla: la classificazione delle attività avverrà tramite i codici Ateco e non sarà necessario dimostrare di aver subito una perdita di fatturato (a differenza di giugno). E ancora: a differenza di giugno questa volta potranno presentare domanda anche le attività che superano il limite di fatturato di 5 milioni. Previsto, invece, un tetto massimo al valore dell’indennizzo, che non potrà superare la soglia dei 150mila euro. Prosegue, inoltre, il confronto con categorie non direttamente toccate dalle chiusure ma che indirettamente subiscono danni sostanziali alle loro attività, come ad esempio gli alberghi, l’intero settore del turismo e dello spettacolo. Tutti questi dovrebbero rientrare nella manovra che prevede la cancellazione della seconda rata Imu, in pagamento a dicembre. Si pensa, poi, a un nuovo “bonus centri storici”, un’altra misura a sostegno degli esercenti fortemente colpiti dal crollo del turismo.
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Per quanto riguarda il sostegno ai lavoratori dipendenti: l’ipotesi riguarda una cassa integrazione con un’estensione di sei settimane e sussidi per i lavoratori dello sport e dello spettacolo, oltre che per gli stagionali. L’importo in questo caso dovrebbe variare tra gli 800 e 1.000 euro. Infine, si pensa anche a rinnovare con una nuova mensilità il reddito di emergenza rivolto a nuclei famigliari in difficoltà, non beneficiari di altri sussidi.