Ristoratore si ribella a nuovo dpcm: “Io non chiudo, mi arrestino!”

Ristoratore si ribella a nuovo dpcm: “Io non chiudo, mi arrestino!”

Un ristoratore di Venezia non accetta le disposizioni del nuovo dpcm e annuncia che il suo locale resterà aperto dopo le 18.00. Il ristoratore è anche pronto a farsi arrestare.

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Edoardo Milliaccio, gestore del Dodo Caffé, ha comunicato ai suoi clienti tramite un cartello che resterà aperto oltre le 18.00. L’oste non intende rispettare le misure di restrizione contenute nel nuovo dpcm, che hanno generato numerose proteste tra i ristoratori. L’uomo di Venezia è pronto ad assumersi le sue responsabilità: “Mi possono anche arrestare, non c’è nessun problema“, ha detto.

Il ristoratore: “Non è giusto chiudere”

Edoardo Milliaccio è uno dei tanti ristoratori che non intendono accettare la chiusura anticipata prevista nel nuovo dpcm del Premier Giuseppe Conte. Il suo locale, il Dodo Caffé di Venezia, resterà aperto oltre le 18.00. Le intenzioni sono ben chiare, nonché espresse in modo esplicito in un cartello affisso davanti all’osteria. “Ho sempre rispettato le ordinanze e i decreti, rispettato le distanze e la mascherina, io non chiudo“, si legge. “Perché devo pagare io per altri che non hanno rispettato le regole? E perché le forze dell’ordine non hanno controllato che non si verificassero anomalie?“, chiede.

Una protesta pacifica, a differenza di molte che si sono verificate in questi giorni nelle piazze di grandi città, ma che potrebbe causargli delle ripercussioni. Multe o addirittura la chiusura forzata del locale. Edoardo Milliaccio, però, non ha paura. Il ristoratore si è detto pronto a tutto, anche a farsi arrestare. Ormai, infatti, la situazione è al limite. Privare i locali degli ultimi incassi di giornata ricavati dal consueto aperitivo rischia di portarli definitivamente sul lastrico.

La mia situazione è disastrosa, cerco di fare il possibile, ma se mi tolgono anche l’ultimo aperitivo dei residenti, che lo chiamino con il suo nome: lockdown. Perché non cambia nulla, con tutto quello che ho fatto finora mi trovo uguale o peggio rispetto a prima“, ha spiegato Edoardo Milliaccio. Poi sottolinea che le ingenti spese sostenute per rendere il locale conforme alle regole igienico-sanitarie non hanno fatto altro che indebitarlo ancora di più. “Sono almeno a meno 70% di fatturato rispetto allo scorso anno“, spiega.

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La chiusura anticipata, secondo il gestore del Dodo Caffé, non è la giusta soluzione. Il Governo, piuttosto, dovrebbe verificare che tutti i locali rispettino le norme, al fine di evitare la diffusione del virus nelle attività di ristorazione, che in quel caso potrebbero continuare a lavorare in sicurezza. Edoardo Milliaccio, dunque, indirizza un messaggio ai piani alti della politica: “Al Premier Giuseppe Conte – dice – farei sapere che le ordinanze di prima andavano bene, ma devono esser fatte rispettare anche dai colleghi. Se siamo arrivati a chiudere alle 18, vuol dire che qualcuno non ha rispettato le distanze, le mascherine, la sanificazione e le normative. Quindi vuol dire che non è stata rispettata l’ordinanza. Da quando abbiamo riaperto, il 18 maggio, ho obbedito a tutto, anche con l’igiene, non vedo perché dovrei chiudere alle 18 se sono in regola. Oggi l’azienda – conclude – è diventata insostenibile, il locale può contare sulla piazza esterna e sugli otto posti all’interno“.