In un tweet Alarm Phone ha lanciato l’allarme su una nave di migranti in fuga dalla Libia: sarebbero in pericolo.
“Circa 100 vite sono a rischio. Questo pomeriggio Alarm Phone ha ricevuto una segnalazione di un’imbarcazione in difficoltà in fuga dalla Libia. Ci sono circa 100 persone a bordo. Le autorità competenti sono state informate. Chiediamo l’immediato avvio di un’operazione di soccorso” A parlare è Alarm Phone che lancia l’ennesimo allarme sulla situazione migranti. Una situazione difficile ogni ora che passa e che mette in difficoltà anche le Ong che provano ad approcciare. Le navi di salvataggio ricevono sempre più ostacoli da ogni parte. Ostacoli amministrativi continuano a impedire a Sea-Watch 4 di tornare a salvare vite, mentre nel Mediterraneo centrale si continua a morire. Sea Watch Proprietaria della nave, ha fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale (TAR) per contestare il blocco della nave, da oltre un mese ferma nel porto di Palermo. Medici Senza Frontiere lavora in partnership con Sea-Watch a bordo della Sea-Watch 4, fornendo cure mediche e assistenza umanitaria alle persone soccorse. Il team medico è in stand-by in attesa che la nave venga rilasciata con urgenza, mentre la situazione nel Mediterraneo centrale resta disastrosa. Le persone continuano a morire ogni giorno. “In un’ottica di collaborazione abbiamo lavorato duramente per sistemare tutto il possibile, anche se alcune delle irregolarità contestate sono davvero irrilevanti per giustificare il fermo amministrativo della nave”, dice Barbara Deck, capo progetto di MSF a bordo della Sea-Watch 4. Il suo blocco rientra in un meccanismo che impedisce alle ONG di svolgere attività salvavita secondo il diritto internazionale e nazionale.
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La situazione sta diventando insostenibile soprattutto perché da quando è iniziata l’emergenza sanitaria anche chi è in fuga da un destino di morte ha difficoltà ad arrivare in Italia. Nei primi sei mesi del 2019 erano stati rilasciati oltre 100 mila nuovi permessi di soggiorno mentre nello stesso periodo del 2020 ne sono stati registrati meno di 43 mila, con una diminuzione del 57,7%.Lo evidenzia il report dell’Istat sui cittadini non comunitari, segnalando che il calo dei flussi di ingresso nel nostro Paese era cominciato già nel 2019. Molti non riescono ad arrivare e vengono inghiottiti dal mare, chi supera la traversata, invece, in tanti casi è costretto a tornare indietro. La diffusione dell’epidemia da Covid-19 ha portato molti Paesi a chiudere le frontiere sia in entrata sia in uscita; questi provvedimenti hanno avuto conseguenze rilevanti sui flussi migratori verso il nostro Paese. C’è paura e tensione ma soprattutto non si vede una soluzione per tanti uomini, donne e bambini che continuano a morire a metà strada, affogati dall’indifferenza e dalla burocrazia.
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