Novità sul fronte cartelle esattoriali: tra le Faq dell’Ader viene sottolineato come sia possibile presentare entro il 31 gennaio 2021 un nuovo piano di dilazione dei pagamenti. Poi ancora, previsto il decadimento con 10 rate non pagate.
A prolungare la sospensione dei pagamenti fino alla fine dell’anno è il Dl 129/2020. Una cosa la si sapeva già: è stato disposto un ulteriore slittamento al 31 dicembre 2020 del termine di sospensione del versamento di tutte le entrate tributarie e non tributarie derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi di accertamento affidati all’Agente della riscossione. L’agenzia delle Entrate Riscossione specifica anche: “Fino al 31 dicembre 2020 sono sospese le attività di notifica di nuove cartelle, degli altri atti di riscossione nonchè degli obblighi derivanti dai pignoramenti presso terzi effettuati, prima della data di entrata in vigore del decreto Rilancio (19/5/2020), su stipendi, salari, altre indennità relative al rapporto di lavoro o impiego, nonché a titolo di pensioni e trattamenti assimilati. Fino al 31 dicembre 2020, le somme oggetto di pignoramento non devono essere sottoposte ad alcun vincolo di indisponibilità ed il soggetto terzo pignorato deve renderle fruibili al debitore; ciò anche in presenza di assegnazione già disposta dal giudice dell’esecuzione”. Così il pagamento delle cartelle in scadenza nel periodo di sospensione (8 marzo – 31 dicembre) dovrà avvenire entro il 31 gennaio 2021. La data del 31 gennaio 2021 è un termine perentorio per il pagamento delle rate sospese ma già approvate in un piano di dilazione.
Ma per le altre cartelle ci sono delle eccezioni. Per queste cartelle è possibile richiedere il consueto piano di rateazione da presentare entro il 31 gennaio 2021. Coinvolte nella misura sia le cartelle esattoriali per le quali i 60 giorni dalla notifica scadono nel periodo di moratoria sia le rate delle dilazioni in essere all’8 marzo scorso. Tendenzialmente gli importi andrebbero corrisposti entro fine gennaio 2021. Ma nelle Faq dell’agenzia delle Entrate viene spiegato: chiunque abbia ricevuto una cartella esattoriale a ridosso dell’8 marzo può presentare una domanda di dilazione entro il 31 gennaio 2021. Qualora la domanda fosse accolta, a quel punto il richiedente sarà tenuto a rispettare le scadenze delle singole rate, ignorando il termine del 31 gennaio.
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In campo, tuttavia, ci sarebbero anche altre opzioni e tempistiche. Se ad esempio il contribuente ha ricevuto cartelle o avvisi di accertamento esecutivi scaduti da tempo, per cui non è mai stata richiesta la dilazione, si viene a creare ancora un altro scenario fiscale. L’articolo 19, infatti, non prevede termini per la proposizione dell’istanza di rateazione. Ne consegue che anche in questo caso l’interessato potrà chiedere per la prima volta un piano di rientro. In questo quadro, però, cambia la data ultima per la presentazione della domanda: non più il 31 gennaio ma il 31 dicembre. Questo perché i debiti in questione sono scaduti prima dell’8 marzo, e le azioni esecutive possono partire già dal primo gennaio dell’anno prossimo.
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In genere, comunque, la decisione più adeguata è sempre quella di anticipare la domanda entro fine anno. Attualmente, infatti, la legislazione prevede che per tutte le dilazioni non scadute all’8 marzo scorso nonché per quelle richieste entro fine anno il limite a partire dal quale si decade dal piano di rientro passa da cinque a dieci rate non pagate, anche non consecutive. Mentre le domande trasmesse dall’anno prossimo torneranno al limite delle cinque rate non pagate.