Ha aspirato il gas di una bomboletta per togliersi la vita: era stato condannato all’ergastolo, pena che stava scontando in carcere a Padova.
Eder Marila è il nome del killer delle vecchiette, l’albanese era stato condannato dalla Corte d’Assise d’Appello di Bologna nel 2013 al carcere a vita per aver deliberatamente investito in un giorno di ordinaria follia (il 24 settembre 2006) cinque donne, uccidendone una. In primo grado a Rimini, nel dicembre 2011, era stato condannato a trenta anni (pena poi aumentata all’ergastolo in Appello). L’uomo non sopportava più quella condizione di reclusione. Ha quindi aspirato il gas di una bomboletta per togliersi la vita: stava scontando la sua pena nel carcere di Padova. I fatti sono accaduti giovedì scorso. L’uomo non aveva mai spiegato perché aveva investito 5 anziane tra Rimini e Santarcangelo, uccidendone una, l’89enne Ester Melucci. La pena decisa fu esemplare, che era già noto alle forze dell’ordine per l’accoltellamento e la sparatoria avvenuti al pub Babylon di Rimini nel dicembre del 2008. L’avvocato aveva chiesto la revisione del processo, bocciata dalla Corte d’appello, aveva quindi intenzione di ricorrere in cassazione.
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Dopo essere entrato nel carcere non aveva condotto una vita tranquilla. Nel giugno del 2017 era evaso dal carcere di Sassari, catturato tre settimane dopo ad Olbia, mentre stava cercando di imbarcarsi, spacciandosi per rumeno e utilizzando un alias. A stupire era stata soprattutto la sua reticenza nel ricostruire quanto accaduto. Follia mai spiegata. Il 24 settembre Marila era alla guida di una Toyota Avensis rubata alcuni giorni prima a Savignano. Verso le 14.45 aveva investito una ciclista 60enne a San Giuliano, immediatamente dopo l’autovettura in fuga travolge una seconda donna che cammina con un’amica sul ciglio della strada in via Aviere: le vittime riferiranno di avere notato il conducente dell’auto guardarle e dirigersi verso di loro allo scopo di investirle. Aveva puntato proprio le vecchiette. Alle 15.10 in via Giani l’uomo segue per diverse centinaia di metri una donna: la signora, 58enne, su di una bici elettrica, si ferma e decide di chiedere spiegazioni allo sconosciuto che in risposta pigia sull’acceleratore e la butta a terra. Poi esce dall’auto e insiste per farla salire sulla Toyota: «Ma tu sei pazzo» è la risposta della donna, affermazione che convince Marila a risalire e riprendere la folle corsa. Alle 16 prende di mira una donna in via Arpino: una 56enne è a piedi, sta andando a buttare il sacco dell’immondizia. L’auto la investe invadendo la corsia opposta; non contento il conducente scende dall’auto e la prende a pugni. Una rabbia cieca inspiegabile e senza senso che gli è valsa l’ergastolo, anche se oggi ha poca importanza: Marila si è tolto la vita.