Giovanna Botteri è per noi il volto noto del TG1 che nei mesi della pandemia ci ha raccontato l’evoluzione del Coronavirus in Cina e anche in altre parti del mondo. La giornalista durante una lunga intervista rilasciata a Oggi è un altro giorno ha deciso di fare una tragica ammissione che riguarda appunto le settimane più brutto che il mondo abbia vissuto.
Giovanna Botteri è arrivata in Cina a fine agosto ed è rimasta lì fino a settembre 2020, vivendo così l’epicentro della pandemia e la perdita di controllo della situazione che da gennaio 2020 ha poi cambiato tutto.
Da qualche settimana Giovanna Botteri è potuta tornare in Italia ma, come lei stessa ha ammesso a Oggi è un altro giorno, la pandemia da Coronavirus sta cambiando tutti anche coloro che credono che tutto possa tornare come prima.
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, Giovanna Botteri è stata colei che ci ha raccontato cosa stesse succedendo in Cina essendo inviata per conto della Rai e anche di altri giorni.
Durante l’intervista a Oggi è un altro giorno, Giovanna Botteri ha ammesso di non dimenticherà mai il modo in cui la Cina ha gestito i primi tempi della pandemia, tra tamponi a milioni di persone, e lockdown continui ancora oggi che permettono di isolare immediatamente un nuovo focolaio.
Una delle immagini più forti che lei ricorderà è il modo in cui non si potesse uscire in alcun modo da casa, dove persino i ‘viveri’ venivano portati dall’esercito nelle varie abitazioni.
L’intervista di Giovanna Botteri, non a caso, si concentra su quella che è stata la sua esperienza di vita in Cina e nel momento in cui Serena Bortone le chiese se già da gennaio, appunto, avesse avuto il sentore della gravità dell’emergenza sanitaria ecco che risponde dicendo:
“Si, perché le prime avvisaglie le abbiamo avute a dicembre quando su WeChat che è una piattaforma social arrivano questo racconto di otto medici di Hwan che dicono: ‘C’è una polmonite virale, sembra pericolosissima, ma non riusciamo a capire da dove arrivi, non riusciamo a capirne l’origine’. Sale i primi giorni di gennaio questo allarme e ci sono notizie che arrivano da diverse parti della Cina del sud, sale il numero dei contagiati e cominciano il numero dei morti e poi l’annuncio che da uomo a uomo avviene il contagio”.
Successivamente, ecco che Giovanna Botteri conclude il suo intervento nel seguente modo: “Da una notte all’altra, come in una guerra, le città si svuotano e diventano città deserte”.
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