Secondo la ricerca Altems questa seconda ondata le terapie intensive sono in affanno e in sette Regioni sono già sature quelle aggiuntive.
La letalità del coronavirus in Italia si sarebbe notevolmente ridotta da marzo, almeno secondo quanto sostenuto dal 25esimo Rapporto Altems dell’Università Cattolica. Tra il 14 e il 20 ottobre, la letalità apparente del virus nelle Regioni, cioè il rapporto tra pazienti Covid deceduti e totale dei positivi, è pari a 0,27%. Il dato più elevato si registra nella Provincia Trento (0,44%). Lo studio evidenzia inoltre l’affanno delle terapie intensive aggiuntive. Poco meno di un anno fa, prima che il coronavirus Sars Cov 2 iniziasse la sua marcia, i posti letto in terapia intensiva erano 5.179 in Italia. Il decreto Rilancio ha programmati 3.553 posti aggiuntivi. Il totale dovrebbe arrivare a 8.732. Gli ultimi dati disponibili dicono che sono 6.628, ma in continuo aumento in considerazione delle riaperture degli ospedali, come quelli della Fiera di Milano e Bergamo, che erano stati allestiti durante i momenti più duri della primavera scorsa. La situazione appare più drammatica che mai. “L’allarme dei posti letto è reale ma nasconde un’altra emergenza che ritengo maggiore, relativa alla crisi di personale. Se letti e respiratori si possono acquistare il personale non si può creare, e tale mancanza è risultata fondamentale nella difficile gestione della prima ondata” dice Mario Riccio, primario di rianimazione a Casalmaggiore (Cremona) e consigliere dell’Associazione Luca Coscioni, attiva per la tutela del diritto alla salute. Anche se la letalità è scesa, l’allerta rimane altissima.
Leggi anche -> “C’è il Covid, niente chemio”: così è morta Kelly Smith
Leggi anche -> Covid, tutti positivi i carabinieri in servizio nella zona rossa di Mezzojuso
Clicca qui e poi premi la stellina (Segui) per ricevere tantissime novità gratis da MeteoWeek
In alcune città come Roma e Milano è arrivato l’obbligo del coprifuoco. Dalle 23 alle 5 non si potrà più circolare se non per motivi lavorativi o sanitari. Non sono tuttavia le uniche ad aver approvato provvedimenti simili: a causa dell’aumento dei contagi Covid chiude al pubblico una parte del centro storico di Perugia. Lo prevede un’ordinanza del Comune per le giornate di venerdì 23 e sabato 24 ottobre, con possibilità di reiterazione fino al 13 novembre, dalle 21 alle ore una del giorno successivo. Il provvedimento riguarda le zone di piazza Danti, piazza Piccinino, tutta la scalinata della cattedrale di San Lorenzo, le Logge di Braccio e la scalinata di Palazzo dei Priori. Anche in Campania sono state autorizzate numerose restrizioni. De Luca oggi in una diretta Facebook ha detto: “Ogni giorno che passa rischia di aggravarsi in maniera insostenibile la situazione dell’epidemia. Per questo io ritengo che non ci sia più un’ora di tempo da perdere e perfino l’ordinanza che entra in vigore oggi è già superata dai dati del contagio con i quali dobbiamo fare i conti. Io credo che dobbiamo decidere oggi, non domani, non fra una settimana, perché davvero non abbiamo più davanti tempo da perdere”. “Avevamo immaginato una chiusura parziale – ha spiegato De Luca – ma per i dati che abbiamo non basta più neanche questo. Dobbiamo decidere di chiudere tutto“.
Il Torino di mister Vanoli è partito molto bene in Serie A e, nonostante le…
Dai fasti degli anni '90 e dei primi 2000 sembra passata un'eternità. Ormai da più…
Quali sono le aziende che garantiscono il miglior servizio per la luce e il gas…
Anticipazioni sulle prossime puntate della soap di Rai Uno Il Paradiso delle Signore 9: crisi…
Quando si parla di detergere il viso sono molti a commettere errori banali che compromettono…
Le anticipazioni sulla puntata del 15 ottobre di Temptation Island rivelano diversi colpi di scena:…