Il nuovo protocollo emanato dal Dipartimento dello Sport e annunciato dal ministro Spadafora parla chiaro. Nelle palestre e nelle piscine è necessario usare più spesso la mascherina. I corsi si potranno prenotare online.
I gestori delle palestre e delle piscine di tutta Italia sono costretti a correre ai ripari. L’obiettivo principale è quello di non chiudere le proprie attività, soprattutto a causa dell’imperizia dei propri clienti. Per questo motivo, si passa a un piano un po’ più severo ma che alla lunga può risultare efficace. Anche perchè trasformare le palestre e le piscine in nuovi focolai di Covid-19 potrebbe segnare la fine delle suddette attività. Ecco perchè è stato emanato il nuovo protocollo del Dipartimento dello Sport, subito annunciato dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora.
Il titolo del nuovo protocollo è “Linee guida per l’attività sportiva di base e l’attivita’ motoria in genere“. Qui è possibile leggere alcune delle nuove norme che dovranno essere seguite in maniera più chiara durante le attività sportive. Nel documento si legge che diventa “obbligatorio verificare all’ingresso che fruitori dei servizi ed eventuali accompagnatori siano dotati di mascherina protettiva e, in caso negativo, vietare l’ingresso“. Per quanto riguarda l’ingresso dei bambini nelle strutture, questo potrà avvenire con non più di un accompagnatore adulto ciascuno.
Regole che cambiano, anche se non di molto, per quanto riguarda l’uso della mascherina durante la sessione di allenamento. Il protocollo prevede infatti che è obbligatorio “indossare la mascherina in qualsiasi momento all’interno della struttura, ad eccezione del momento in cui si svolge attività fisica sul posto. A titolo di esempio, la mascherina va indossata obbligatoriamente anche durante l’allenamento se il cliente si sposta da una postazione di allenamento all’altra“. Ovviamente resta l’obbligo di indossarla nelle zone di accesso e transito a piscine e palestre.
Resta anche l’obbligo di misurazione della temperatura all’ingresso delle suddette strutture. L’accesso a esse verrà impedito sempre e solo se il termoscanner farà segnare un valore di almeno 37 gradi e mezzo. Inoltre, all’ingresso di palestre e piscine sarà obbligatorio anche “predisporre e rendere visibile all’entrata della struttura un apposito cartello contenente il numero massimo di presenze consentite all’interno delle varie strutture sportive“. Il piano è piuttosto chiaro: l’obiettivo è quello di evitare assembramenti, oltre a tenere d’occhio le condizioni dei clienti.
Spuntano anche altre dotazioni in questo protocollo. Come la prenotazione online dei corsi previsti in palestre e piscine: “In ogni caso – si legge – è obbligatorio l’utilizzo di soluzioni tecnologiche che consentano la possibilità di tracciare l’accesso alle strutture, per il tramite di applicativi WEB, o applicazioni per device mobili, di coloro che partecipano alle attività sportive proposte“. Una dotazione dalla quale sono esentate le strutture più grandi, che possono cioè ospitare più di 50 persone. In ogni caso l’obbligo di prenotazione resta valido, seppur in forma alternativa come il registro cartaceo.
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Il numero massimo di persone all’interno di una piscina o di una palestra si può facilmente dedurre. Questo “deve risultare dalla considerazione di 12 metri quadrati per persona, considerando per il computo i metri quadrati (al chiuso) dell’intera struttura“. Nel caso di attività o corsi di gruppo, il protocollo prevede un “numero massimo di cui sopra di 5 mq per partecipante, prendendo in considerazione l’ampiezza dell’ambiente in cui l’attività viene svolta“. Nelle piscine, invece, va considerato uno spazio di almeno 7 mq per persona presente.
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I gestori di palestre e piscine, inoltre, potranno “disporre il divieto di accesso alle docce, invitando utenti ed atleti a cambiare soltanto il costume bagnato o l’abbigliamento per l’allenamento, ad asciugare velocemente i capelli e a completare la vestizione nel più breve tempo possibile“. Infine ci sono altri obblighi. Come la messa a disposizione di “almeno 1 dispenser di gel disinfettante ogni 300 metri quadrati“. A questo si aggiunge, infine, “una regolare e frequente pulizia e disinfezione delle aree comuni, spogliatoi, docce, servizi igienici, cabine, attrezzature“.