Il commerciante di Affori è stato ucciso nel suo appartamento: oggi la figlia rischia l’ergastolo per essere la mandante.
Simona Pozzi, la 46enne accusata dell’omicidio del padre Maurizio, ora rischia l’ergastolo. Il 6 novembre, mercoledì, è stata fissata l’udienza preliminare davanti al gip Valerio Natale. Fino a quel giorno potrebbe chiedere di essere giudicata in abbreviato, scelta che in caso di condanna porterebbe allo sconto di un terzo della pena ed essere determinante per non passare il resto dei suoi giorni in carcere. La donna si è sempre dichiarata innocente. Il padre, storico commerciante di Affori, era stato ucciso nel suo appartamento in via Carli il 5 febbraio 2016. Le indagini della Squadra mobile puntarono subito sulla figlia, che secondo le accuse avrebbe commissionato il delitto per motivi economici. Il gip di Milano aveva negato la custodia in carcere. La donna è accusata anche di avere già provato, tre anni prima, ad ammazzare il genitore, che fu preso a bastonate nel posteggio della sua casa a Piazzatorre, in provincia di Bergamo, nel settembre 2013. Per questo episodio è già stato condannato a Bergamo, per tentato omicidio, Pasquale Tallarico, pregiudicato milanese che si era autoaccusato, indicando Pozzi come mandante.
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A inchiodare la giovane donna non solo la testimonianza del Tallarico ma anche altre intercettazioni telefoniche. Era emerso un rancore nato anni prima nel momento in cui la donna avrebbe dilapidato un patrimonio di quasi un milione di euro. Questi debiti per gli investigatori sarebbero stati l’innesco di liti quotidiane tra Simona e il padre. Per la Procura sta tutto qui il nodo del delitto. Il padre Maurizio conduceva una vita tranquilla fatta di poche frequentazioni, pochi numeri sul cellulare.Aveva sempre gestito, con la moglie, lo storico negozio di scarpe del quartiere. Una vita di routine, senza ombre: la sera rincasava sempre attorno alle 18:30, un’oretta prima della moglie che restava per la chiusura. Nessuno aveva le chiavi di casa, a parte la figlia Simona. Secondo una prima ricostruzione l’assassino si trovava già all’interno dell’appartamento quando Maurizio rincasò, la sera in cui poi venne ucciso a martellate. Una morte brutale e che non riuscirebbe a trovare altra spiegazione. Secondo la moglie, però, la storia sarebbe un’altra: «Mio marito è stato male ed è caduto, non l’ha ucciso nessuno». Ascoltato in aula anche Alberto Scirocco, ex barista nella zona di Affori: «Mio cugino Roberto mi presentòSimona Pozzi. Lei mi disse che voleva dare una lezione a suo padre, per mandarlo all’ospedale almeno sei mesi. Mi ricordo che proprio lei mi portò un paio di volte a Piazzatorre, dove avevano la casa, per fare un sopralluogo e farmi vedere da una certa distanza i suoi genitori. Io le avevo detto sì, ma non volevo farlo veramente, puntavo solo a portarle via dei soldi. Offriva 10mila euro».
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