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Cronaca

Covid in Campania, De Luca: “Chiudiamo tutto per 30-40 giorni”

Il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca si muove verso il lockdown generale: “Dobbiamo chiudere tutto per 30-40 giorni. Poi si vedrà. Senza soluzioni drastiche non possiamo reggere. Siamo a un passo per tragedia”. Per quanto riguarda le decisioni prese dal Governo, il governatore ha affermato in diretta Facebook: “Per l’Italia deciderà il governo, per la Campania faremo quello che riteniamo giusto per noi”.

L’emergenza coronavirus in Campania si fa sempre più pressante, tanto da spingere il governatore della Regione Vincenzo De Luca ad applicare misure sempre più drastiche, orientate verso un lockdown generale, anche se diverso rispetto a quello di marzo. A preoccupare sempre più, i numeri legati ai nuovi casi da coronavirus registrati nelle ultime 24 ore: in Campania sono 2.280 i nuovi contagi Covid (100 i sintomatici), su 15.800 tamponi effettuati. Dodici, invece, i morti negli ultimi due giorni, per un totale di 563 vittime da inizio pandemia. “Abbiamo 9 morti ogni 100mila abitanti in Campania, il numero più basso rispetto alle altre regioni italiane. Un numero che dobbiamo difendere, dobbiamo difendere la vita umana dei nostri concittadini. Questo risultato lo difendiamo se prendiamo decisioni e se adottiamo comportamenti civili”, avrebbe commentato De Luca. Sono 227 i posti letto in terapia intensiva disponibili in tutta la regione e 98 i posti occupati. Intanto il governatore della Regione abbraccia sempre più l’ipotesi di una “chiusura totale”, chiedendo al governo di muoversi nella stessa direzione con un lockdown nazionale. In diretta Facebook avrebbe affermato: “Per l’Italia deciderà il governo, per la Campania faremo quello che riteniamo giusto per noi”. La nuova ordinanza della regione Campania è attesa tra sabato 24 e domenica 25.


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Su un post su Facebook De Luca ha ribadito: “I dati attuali sul contagio rendono inefficace ogni tipo di provvedimento parziale. E’ necessario chiudere tutto, fatte salve le categorie che producono e movimentano beni essenziali (industria, agricoltura, edilizia, agro-alimentare, trasporti). E’ indispensabile bloccare la mobilità tra regioni e intercomunale. Non si vede francamente quale efficacia possano avere in questo contesto misure limitate. In ogni caso la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo”. Una linea dura della regione già ribadita dall’approvazione del coprifuoco e da un’ulteriore ordinanza che entra in vigore nella giornata di oggi: bloccata la circolazione tra le province della Campania per i residenti.

“Oggi siamo ancora in tempo. Siamo a un passo dalla tragedia”

(Da Getty Images)

Durante la diretta Facebook il governatore De Luca avrebbe ribadito l’esigenza di chiudere tutto, anche a livello nazionale, e subito. Bisogna chiudere immediatamente, dice De Luca, perché “oggi siamo ancora in tempo, siamo in una situazione pesante che non è ancora tragedia. Ma siamo a un passo dalla tragedia“. Il governatore De Luca avrebbe allora intenzione di applicare il principio stabilito dal Dpcm: le regioni possono adottare ordinanze in grado di modificare le misure già prese dal governo, ma solo in senso ancor più restrittivo. L’idea di De Luca allora è chiara: “Dobbiamo chiudere per un mese, 40 giorni e poi si vedrà ma senza soluzioni drastiche non possiamo reggere. Non voglio vedere la fila dei camion con le bare. L’unico obiettivo deve essere salvare la vita delle famiglie, tutto il resto ora non conta nulla”. Questo anche in virtù di un sistema ospedaliero che si prospetta non in grado di gestire un’ondata di contagi più pressante di quella attuale: “La programmazione ci consente ancora di reggere ma con questi numeri non c’è nessun sistema ospedaliero al mondo in grado di reggere l’onda d’urto. Oggi reggiamo grazie al sacrificio di migliaia di medici e personale sanitario, ma nel giro di pochi giorni rischiamo di avere le terapie intensive intasate”. Insomma, fin qui “tutto bene”, ma da domani non si sa. Ma la linea del lockdown totale non convince affatto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che poco prima è intervenuto al Festival del Lavoro ribadendo: “Va scongiurato un lockdown generalizzato”.

Ancora tensioni con il governo: il nodo della scuola

(Da Getty Images)

Anche sulla gestione della scuola, De Luca e il governo sembrano avere idee diverse, se non addirittura opposte. Reduce da un lungo braccio di ferro con la ministra della Scuola Lucia Azzolina, il governatore della Campania continua a ribadire la sua linea: “E’ stupido, da irresponsabili dire che le scuole vanno chiuse per ultimo. Di fronte ad un aumento di contagi come quello che abbiamo registrato tra docenti e alunni, l’unica risposta che la ragione può dare è quella di evitare che il contagio si diffonda. La priorità non sono gli ideologismi ma bloccare i contagi. Le decisioni non si prendono in astratto ma sulla base dei numeri”. E allora, che fare? Le scuole “con questi dati non si aprono. Domani si deciderà dopo una valutazione con l’unità di crisi“. Secondo De Luca, sarebbero i numeri a dimostrare l’impossibilità di tenere le scuole ancora aperte. Per supportare la sua tesi, il governatore snocciola i dati a disposizione: “nella popolazione generale c’è stato un aumento di 3 volte del contagio, nella fascia tra 0 e 18 anni l’aumento è stato di 9 volte”. Poi ancora: prima del 24 settembre i positivi compresi nella fascia da 0 a 5 anni erano 88, dopo l’apertura delle scuole i casi sarebbero passati a 402; stessa cosa nella fascia tra i 6 e  10 anni, che conta prima dell’apertura 57 contagi, a fronte di 476 nuovi contagi dopo la riapertura; situazione similare per i contagi compresi nella fascia da 11 a 14; nella fascia 15-18 i positivi sarebbero schizzati da 82 prima dell’apertura delle scuole a 558 casi dopo l’apertura. Dati che, sicuramente, vanno contestualizzati con il numero di tamponi effettuati e con il target d’età a cui venivano effettuati prima dell’apertura delle scuole. Ma a De Luca tanto basta per affermare: “Quale genitore degno di questo nome manderebbe i figli a scuola con queste cifre?”.


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All’interno di questo quadro emergenziale, il governatore della Regione tira anche le somme sul suo rapporto con il governo: “Nel governo ci sono persone perbene, con le quali continueremo a collaborare, ma anche tangheri e sciacalli. Ringrazio il ministro Speranza che collabora e capisce cosa è la Campania, il ministro dell’Interno, il capo della Polizia che hanno corrisposto alla domanda di invio di forze dell’ordine. Ieri ho avuto un colloquio cordiale con il ministro Patuanelli sulla metanizzazione del Cilento. Mi verrebbe da dire affrontiamo questa situazione da uomini espressione che non si usa più, di sicuro non la userò per un ministro…”. Insomma, anche il governo sarebbe fatto dall’operato dei singoli, alcuni apprezzabili, secondo De Luca, altri meno.

Nuove strette locali, la Campania non è l’unica

(Da Getty Images)

A muoversi per l’applicazione di coprifuoco e didattica a distanza per le scuole superiori, ora, anche un’altra regione: attraverso un’ordinanza del presidente facente funzioni Nino Spirlì la regione Calabria avrebbe introdotto una serie di misure restrittive simili a quelle già adottate anche altrove. Le misure previste dall’ordinanza resteranno in vigore fino al 13 novembre 2020, e comprendono: sospensione delle attività scolastiche secondarie di secondo grado dal 26 ottobre 2020; sospensione, in presenza e con possibilità di attivare la didattica digitale integrata, per le attività didattiche presso gli atenei universitari, fatte salve le lezioni e le attività che devono essere necessariamente svolte in presenza fisica; blocco degli spostamenti su tutto il territorio regionale, dalle ore 24 alle ore 5 del giorno successivo; divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei Pronto soccorso e nuove misure restrittive per i visitatori e i parenti degli ospiti delle Rsa.


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Intanto anche Roma corre ai ripari, applicando una sorta di coprifuoco dalle 21 nelle piazze maggiormente frequentate. Tra le piazze transennate: piazza Madonna de’ Monti, piazza Trilussa, Campo de’ Fiori e via del Pigneto/via Pesaro. E’ ad ogni modo garantito l’accesso alle piazze ma solo per raggiungere ristoranti ed esercizi commerciali aperti o la propria abitazione. In questo caso l’attraversamento dovrà avvenire attraverso corridoi delimitati, con la sorveglianza delle forze dell’ordine. Insomma, se da un lato il governo esclude l’applicazione di un lockdown totale, dall’altro le regioni, procedendo in ordine sparso, sembrano chiedere e applicare maggiore rigore. Che il compromesso risieda in un lockdown soft applicato su tutto il territorio nazionale? Il governo si dà una settimana di tempo per tastare il polso della situazione, per capire se le misure dell’ultimo Dpcm riusciranno a frenare i contagi.

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