Il fondatore di Azione svela quali sono i suoi primi programmi, in caso di elezione a sindaco. E sulla situazione nazionale, Calenda dice: “Conte dica agli italiani cosa devono fare, non dia solo divieti”.
Carlo Calenda inizia ad accendere i motori in vista della corsa verso la poltrona di sindaco di Roma. Il fondatore di “Azione” aveva annunciato la sua candidatura per cercare di rimpiazzare Virginia Raggi in Campidoglio. E dalle sue prime dichiarazioni dopo l’annuncio della sua discesa in campo, emerge grande voglia di lavorare e di fare bene per la Capitale. Calenda ha parlato in collegamento con La 7 durante la trasmissione Piazzapulita, facendo capire che c’è grande voglia di mettersi all’opera per la città più importante del Paese.
In primis però Calenda ha replicato agli attacchi ricevuti dopo la sua candidatura: “Nelle ultime 72 ho avuto più attacchi che in tutta la mia storia politica, dalla sinistra. Io non ho risposto e lo farò solo nel tavolo di coalizione e spero di parlare con Zingaretti, cosa che sinora non è capitata. Da lui voglio una parola di chiarezza“. E a chi parla di lui come un kamikaze, il fondatore di Azione ha risposto prontamente: “Non mi riconosco nel ruolo di Kamikaze, che è uno che finisce male e vorrebbe dire che Roma è ingovernabile, e non è così“.
Calenda si augura che l’appartenenza a un partito non sia un problema al momento del voto. Anche perchè alcuni elettori pentastellati potrebbero essersi stancati della Raggi. Nelle proposte in sede di campagna elettorale, Calenda si augura di trovare dei punti di vantaggio sui rivali: “Non ci sono elettorati di blocco: credo che i cittadini che hanno votato a Cinque Stelle possono trovare interessante la mia proposta. Io per sei mesi ho lavorato con il Pd dicendo, candidate uno di voi, e nessuno l’ha fatto. Poi ho scritto a Zingaretti per vederci sin dal il 12 ottobre e non ci siamo mai riusciti a vedere“.
Sui rivali che potrebbero scendere in campo, Calenda esprime quasi una preferenza: “Mi piacerebbe avere Bertolaso come avversario. La città non vive solo di emergenza ma lui è uno che si occupato di emergenza si. Con lui sarebbe un bel dibattito, non mi dispiacerebbe affatto“. Si parla anche della possibilità di vedere le primarie per le candidature a sindaco. Ma sarebbero una perdita di tempo, almeno sentendo le parole pronunciate dal leader di Azione: “Io credo che le primarie ci porterebbero via tempo, mentre gli altri parleranno di programmi. Ma non chiudo, parliamone nel tavolo della coalizione. L’importante è che parliamo di Roma“.
Calenda sindaco? Il suo programma per Roma
Dopodichè si passa a quelli che potrebbero essere i programmi per Roma. In tal senso, Calenda fa capire che si potrebbe partire dal trasporto pubblico: “Serve una sostituzione massiccia dei mezzi pubblici di Roma che sono vecchissimi, i tram sino a 30 anni di media, anche la metro vecchissima. Il sistema dei trasporti è al collasso. Nei Cinque Stelle ha vinto la cultura del no“. Ma anche i rifiuti rappresentano un annoso problema per la Capitale: “Va raddoppiato l’inceneritore di San Vittore – sostiene Calenda – . Servono poi più impianti di lavorazione. L’Ama non va chiusa ma rafforzata. Bisogna rifare il sistema senza distruggere“.
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Si parla anche del contesto nazionale, nel quale si innesta una città fondamentale per il tessuto economico e umano come Roma. Secondo Calenda, il premier dovrebbe cambiare il suo modo di comunicare con gli italiani: “Conte non dica solo quello che i cittadini non devono fare ma quello che devono fare. Penso che le scuole con le fabbriche siano le ultime cose che vadano chiuse“. Ma c’è un ostacolo che, secondo il fondatore di Azione, compromette la serenità nel Paese: “Il problema è la gestione: troppi scontri ideologici. C’è un’idea del politico che non sappia gestire“.
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Infine Carlo Calenda ammette di temere il ricorso al secondo lockdown. Un problema che il Governo sta cercando di scongiurare, ma che potrebbe profilarsi se le cose, in termini di diffusione del Covid, non dovessero cambiare: “C’è il rischio di un nuovo lockdown, che va scongiurato. Ma a maggio facemmo uno studio che portai a Speranza. Se uno va a vedere quei dati non abbiamo raggiunto nessuno di quei obiettivi. È che nessuno riesce a implementare le cose, anche se si mettono tantissimi soldi poi non arrivano“.