Dino Maglio è il carabiniere accusato di avere violentato e narcotizzato quattordici turiste. Ha ricevuto uno sconto di pena di tre anni e ha spiegato cosa lo ha indotto a tale gesto. “La mia ragazza mi aveva lasciato da poco”, ha dichiarato.
Cambia ancora una volta la posizione di Dino Maglio davanti alla giustizia. Stiamo parlando dell’ormai ex carabiniere, arrestato dopo aver narcotizzato e violentato quattordici turiste, alcuni anni fa. Nelle scorse ore, i giudici della Corte d’Appello di Venezia hanno ridotto la pena inflitta all’ex militare dell’arma. In un primo momento era stato condannato a dodici anni e otto mesi di reclusione, da scontare però ai domiciliari. Dopo l’ultima sentenza, è arrivato uno sconto di pena di ben tre anni. E durante la sua deposizione, Maglio ha espresso un certo malessere interiore.
L’ex carabiniere ha svelato la sua condizione personale travagliata, che coincide proprio con quei giorni in cui è avvenuto lo stupro. Così, durante l’arringa difensiva del suo legale Enrico Cogo, ha voluto rilasciare una dichiarazione spontanea. “Mi scuso per quello che ho fatto, ero in un momento difficile perché è ero stato lasciato dalla mia ragazza“, ha dichiarato Dino Maglio. Una dichiarazione fatta arrivare attraverso lo stesso avvocato, mentre l’ex carabiniere sta scontando la sua pena nella sua abitazione in Salento.
Dino Maglio, come detto, ha narcotizzato e poi stuprato ben quattordici turiste. Erano tutte ospiti della sua abitazione all’Arcella, in cui in più di un’occasione svolgeva questa pratica a dir poco scandalosa. Le ragazze erano attratte dalla possibilità di visitare Venezia e Padova, tanto da contattare l’ex militare dell’arma attraverso una piattaforma per affittare camere e case per le vacanze. Lui, dal canto suo, non forniva mai le proprie vere generalità alle turiste, come è emerso anche durante la deposizione di una di loro nell’ambito del processo.
Le prime tre che sono state contattate e raggiunte per la deposizione, infatti, hanno svelato che si faceva chiamare con un altro nome. “Durante la cena a casa di Leonardo abbiamo bevuto solo un paio di bicchieri di vino. Dopo alcuni minuti ci siamo sentite stordite. Ci ricordiamo solo che siamo finite in una discoteca dove c’era una sfilata di moda“. Leonardo era il nome che Dino Maglio usava sui social per non farsi scoprire. Ovviamente il profilo usato era falso. Ma questa è forse la cosa meno grave che è riuscito a fare.
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Un’altra delle tre turiste che sono andate a deporre, ha svelato altri particolari di quelle notti terribili. “Io ho bene presente quando Leonardo mi ha toccato nelle parti intime, sullo stesso letto dove stava riposando la madre“, ha dichiarato davanti al giudice. Ricordiamo che i fatti contestati all’ex carabiniere risalgono al 2013 e si sono protratti per diversi giorni. E così, lo stesso Maglio ha deciso di esporsi in prima persona, quasi a voler giustificare quelle pratiche scandalose. E così è finito per ricondurre a una delusione amorosa quel suo senso di vuoto e di frustrazione.
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Tanto da svelarle al giudice che lo ha interrogato per il secondo grado di giudizio: “Mi scuso per quello che ho fatto, ero in un periodo difficile perchè ero stato appena lasciato dalla mia ragazza“. E dire che durante la sua deposizione in primo grado, Maglio aveva assunto ben altra posizione. Le sue parole erano state le seguenti: “Non sono un mostro, anzi ho paura. Le ragazze si sono influenzate tra loro attraverso una chat. Una si è pure fatta pagare da una televisione americana per rilasciare un’intervista. La verità è che si sono ubriacate da sole. Su di me hanno realizzato anche un cartone animato“.