Paolo Tiramani, sindaco di Borgosesia, non approva un aspetto del nuovo dpcm contro il Covid-19. Il primo cittadino si è detto “stufo” di ricevere segnalazioni relative ad assembramenti casalinghe, per cui ha firmato una ordinanza che multa coloro che le fanno.
Il nuovo dpcm emanato lo scorso 18 ottobre dal Premier Giuseppe Conte per contrastare la seconda ondata di Covid-19, in parte, non è andato giù a Paolo Tiramani, deputato della Lega e sindaco di Borgosesia. Il primo cittadino del comune situato nella Valsesia, una valle alpina situata in Piemonte, in provincia di Vercelli, nel dettaglio, non ha gradito il provvedimento secondo cui è sconsigliato di invitare a casa più di 6 persone estranee al nucleo familiare. Le forze dell’ordine del borgo di poco più di 12 mila abitanti, infatti, sarebbero state sommerse da una valanga di “inutili” segnalazioni. Per questa ragione il sindaco leghista ha deciso di rimediare a tale problema con un’ordinanza contro gli “spioni”.
La nuova ordinanza contro gli “spioni” del Covid
Paolo Tiramani ha annunciato attraverso un post sulla sua pagina Facebook l’arrivo di una ordinanza anti-spioni. “Oggi – ha scritto mercoledì – ho deciso (dopo averci pensato lungamente) di fare un’ordinanza contro i delatori da DPCM. Sono stufo. Non è giusto ricevere continue segnalazioni che fanno perdere tempo prezioso al nostro Corpo di Polizia Municipale“. Un provvedimento controcorrente ma, secondo il primo cittadino di Borgosesia, necessario. Troppe delle segnalazioni ricevute dalle autorità locali, infatti, finora si sono rivelate infondate. “Chi farà una segnalazione totalmente infondata – ha annunciato – sarà passibile di multa“.
Il rischio, tuttavia, è che adesso nessuno segnali alla polizia municipale gli assembramenti casalinghi che vietano le norme anti Covid-19 contenute nel decreto, in quanto teme di essere multato. La sanzione, infatti, a norma dell’articolo 658 del Codice penale, va dai 10 ai 516 euro. Molte soffiate, tuttavia, secondo il sindaco del comune piemontese, erano dettate semplicemente da “cattivi rapporti di vicinato“. Per questa ragione sarebbero state totalmente prive di fondamento.
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“La parte del Dpcm sui `delatori´ – ha spiegato Tiramani – crea problemi non indifferenti, come peraltro avevo temuto fin da subito. Le segnalazioni infondate hanno impegnato senza motivo la nostra Polizia Municipale per le opportune verifiche, facendoci sprecare tempo e denaro, per non parlare poi dell’aggravarsi delle tensioni sociali e del clima di allarmismo nei confronti dell’emergenza sanitaria“. Il messaggio al Premier Giuseppe Conte, dunque, è ben chiaro. I toni, inoltre, sono abbastanza duri: “No ai finti spioni, sì a controlli efficaci per prevenire situazioni di assembramento. Primi in Italia? Forse. È giusto però prevenire questo degrado culturale voluto dal governo“.