Il Covid-19 non impedirà agli amanti dello sci di tornare in pista. A breve, infatti, la stagione invernale prenderà il via, nonostante le numerose misure di restrizione dettate dalla pandemia.
A partire dal prossimo 28 novembre inizierà la stagione invernale sulle piste di tutto il Nord Italia. Essa, tuttavia, sarà molto diversa da quella dello scorso anno a causa dell’epidemia di Covid-19 in corso. Il Governo, infatti, ha previsto misure di restrizione utili a evitare la diffusione dei contagi anche ad alta quota. La buona notizia è però che le attività sportive al momento non sono a rischio.
Il Covid e la stagione degli sci
Le piste sulla neve, quest’inverno, potranno senza dubbio risollevare in parte una economia danneggiata dall’avvento del Covid-19. Dalle località sciistiche, infatti, dipendono oltre 60 mila posti di lavoro e la produzione di circa 10 miliardi di euro all’anno.
Valeria Ghezzi, presidente nazionale degli impiantisti, ha parlato dei gravi danni economici che il Covid-19 ha causato al settore. Perdite che, quest’anno, sperano di ricoprire: “Il governo – ha spiegato – da marzo non ha più riaperto il settore. In estate abbiamo portato gli escursionisti in quota grazie all’impegno delle regioni. Ora servono subito linee guida nazionali, certe e uguali per tutti, adatte a garantire la sicurezza di chi scia e gli investimenti degli imprenditori. Se i protocolli anti-contagio non vengono approvati in tempo, c’è il rischio di un inverno senza sci. Per il Paese sarebbe un altro dramma, il via ad una nuova e disperata emigrazione interna“.
“Per questo“, ribadisce Massimo Fossati, vicepresidente Anef e responsabile della Lombardia, “in estate abbiamo messo a punto regole di assoluta garanzia. Il protocollo certificato è sul tavolo di governo e comitato tecnico scientifico: siamo in attesa di una riposta, che non può più essere rinviata“. Chi scia, insomma, potrà farlo in totale sicurezza.
I gestori delle strutture a partire dal 28 novembre dovranno dunque dotargli di alcuni strumenti indispensabili, che in questi mesi chiunque abbia un’attività commerciale ha imparato a conoscere. Gel disinfettante e mascherine dovranno essere sempre a portata di mano. Se in pista potrebbe essere facile mantenere il distanziamento sociale, tuttavia, dei provvedimenti dovranno essere presi per quanto riguarda i rifugi e i mezzi di trasporto. Sulla neve, infatti, gli sciatori sono soliti spostarsi su ski-buss solitamente affollati. L’ingresso su tali vetture sarà adesso invece contingentato.
L’ultimo protocollo del Governo, in uscita tra qualche giorno, in questo senso, detterà delle linee guida ben chiare. Gli ambienti dovranno essere riorganizzati, con schermi protettivi e la presenza di termoscanner e gel igienizzante ai tornelli. Obbligatoriamente da evitare grazie al lavoro di alcuni steward l’incrocio tra chi sale e chi scende nei punti di ingresso e di uscita delle piste. Funivie e cabinovie dovranno essere costantemente arieggiate e sanificate. Gli sciatori, inoltre, dovranno sempre indossare la mascherina, ad eccezione di quando stanno praticando attività sportiva. Per quanto concerne le lezioni e le escursioni di gruppo, invece, esse si svolgeranno a numero ridotto. Nelle località sciistiche, infine, verranno creati dei Covid-19 Center, dove sarà possibile effettuare test e tamponi.
“Gli impianti – continua Valeria Ghezzi – dovranno girare alla massima velocità. Meglio riempirli a pieno carico, che costringere la folla a rimanere ammassata, in attesa e al freddo. Una risalita media dura 7 minuti, massimo 10. Chi scia, oltre alla mascherina, indossa guanti, casco e occhialoni. Si è più protetti di un infermiere in ospedale: non è certo durante l’attività sportiva, o all’aria aperta, che lo sciatore può restare contagiato“.
La movida sulla neve
Gli sciatori dovranno dunque dire addio alla movida sulla neve. Il rischio, infatti, è quello di incappare in una diffusione dei contagi a macchia d’olio, come avvenuto questa estate nelle discoteche. A lanciare l’allarme è Arno Kompatscher, governatore dell’Alto Adige: “Non imparare la lezione sarebbe imperdonabile anche per chi resiste a vivere in montagna. Per scongiurare questo rischio va approvata subito una strategia comune tra tutti gli Stati dell’arco alpino. Regole Ue condivise salvano dalla pandemia, ma anche da concorrenza sleale e caos. Ci sono stazioni trans-regionali, piste che iniziano in una nazione e finiscono in un’altra. Se Paesi e Regioni procederanno a velocità diverse, il Covid in poche settimane può sfilare a tutti gli sci dai piedi“.
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I giorni più a rischio sono senza dubbio quelli da Natale a Capodanno. Un periodo in cui le località sciistiche si affollano. Per questo è necessario contingentare gli arrivi ed evitare ogni genere di festa. “Per questa stagione non se ne parla. La salute viene prima della festa, anche in vacanza. Salvare turismo e vita sulle Alpi nell’era del Covid resta già costosissimo e molto complicato“, dice Giovanni Brasso, presidente degli impianti di Sestriere e Via Lattea. Poi il duro attacco al Governo: “L’impressione è che in parlamento si sottovaluti l’urgenza di una decisione. Per gli imprenditori l’inverno è già cominciato, ci sono le persone da assumere e le strutture da preparare. L’incertezza e il silenzio di Roma autorizzano oggi una fortissima preoccupazione“.